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Home » Blog » Anathema, la “reunion” per il Resonance Tour
Anathema - Dublino
HEAVY METAL

Anathema, la “reunion” per il Resonance Tour

Silvia MondatiDi Silvia Mondati27 Aprile 2015Nessun commento

Il The Academy di Dublino ha ospitato il 17 aprile l’ultima tappa del Resonance Tour degli Anathema, partito l’8 Aprile da Budapest, finalizzato a celebrare l’intera storia del gruppo in occasione del 25 annivesario di nascita

Sul palco, oltre alla formazione attuale, Duncan Patterson, ex bassista che lasciò la band dopo l’uscita dell’album Alternative 4 e Darren White, primo cantante del gruppo di Liverpool.

Ma entriamo del vivo della serata. Il primo set ha visto protagonista la formazione attuale della band: Vincent Cavanagh, voce e chitarra, Daniel Cavanagh, cori e chitarra, Jamie Cavangh, basso, Lee Douglas, seconda voce, Daniel Cardoso e John Douglas, batteria e tastiere.

Sono stati ripercorsi gli ultimi album del gruppo procedendo a ritroso: Da Distant Satellites, pubblicato nel 2014, passando per Weather Systems (2012), We’re Here Because We’re Here (2010), A natural disaster (2003), A fine day to exit (2001),fino ad arrivare a Judgement (1999). Grande energia e concentrazione da parte dei membri, che sono riusciti ad emozionare i fan, partecipi e già in fermento per l’ attesa dell’ ultimo set.

L’euforia si poteva toccare con mano ed è esplosa quando la band è salita sul palco aprendo con Anathema seguita da Distant Satellites, canzoni tratte dall’omonimo album con atmosfere elettroniche e synth.

In un mare di luci blu, è stata la volta di Untouchable parte 1 e 2, canzoni che accompagnano gli Anathema ormai in ogni tour dal 2010. Momenti di forte emozione che ha raggiunto l’apice con A natural disaster, pezzo che vede protagonista la voce di Lee, avvolta dal buio ed illuminata dalle sole luci dei flash degli smartphone delle persone presenti in sala. Buona e piena di grinta anche l’esecuzione di A Simple Mistake, seguita da Closer che ha fatto ballare l’intero locale.
One last goodbye, pezzo tratto da Judgement, segna in maniera toccante la degna fine del primo set.

Anathema - Dublino

Il cambio del fondale preannuncia l’inizio del secondo set che vede il pubblico scaldarsi sempre di più. Gli album rappresentati da questo set, sono sostanzialmente tre: Alternative 4 (1998), Eternity (1996) e The Silent Enigma (1995).

Grandi applausi all’ingresso di Duncan Patterson (attuale bassista degli Alternative 4 e precedentemente degli Antimatter) che timidamente si posiziona dove fino a quel momento era posizionato Jamie e pur rimanendo abbastanza defilato, fa comunque sentire la potenza del suo basso.

In apertura Shroud of false porta la band sempre più verso l’atmosfera Doom che caratterizzò i pezzi di questo periodo. Ottima l’esecuzione di Fragile Dreams, per giungere ad Empty, altro brano tratto da Alternative 4.

Si arriva, passando per Lost Control, alla suite di Eternity. I tre brani sono stati eseguiti con concentrazione ed il pubblico, quasi in trance ha goduto del suono sempre più pesante delle chitarre, avvolte tra le luci soffuse ed il fumo.
Peccato per i due pezzi esclusi dalla set list: Angelica, tratto sempre da Eternity (1996) e Shroude of frost, tratto da The Silent Enigma (1995).
Sunset of the Age e A Dying wish riempiono l’aria con gli accordi accompagnati dai cori del pubblico, ormai caldo e pronto per l’ultimo ed acclamatissimo set della serata.

Anathema - Dublino

Stesso fondale con il logo “Anathema” ma con una marcia in più, questo è l’inizio del terzo set con Vincent Cavanagh che abbandona il microfono per lasciarlo nelle mani di Darren White che fin dal primo ingresso sul palco, mostra tutta la sua energia e potenza vocale.

Con la voce dallo stile prettamente growl, White incita sempre più il pubblico che, acclamandolo a gran voce, inizia a pogare durante l’esecuzione dei vari pezzi. Gli altri membri della band sono ormai più rilassati, si divertono e appaiono più che soddisfatti di tornare a suonare quel repertorio ormai dimenticato, appartenente al periodo Doom death metal della loro carriera, quando furono avanguardisti, insieme ai Paradise Lost e ai My Dying Bride, del suddetto genere.

Dopo il brano Crestfallen (nella versione dell’album Falling Deeper), è la volta di Serenades (1993), il primo album della band di Liverpool.
Sleep in Sanity scalda l’aria ancora di più, per arrivare a Kingdom, con un White che incita la folla a partecipare data la sua ultima occasione di portare questi brani “on stage”.
Mine Is Yours to Drown In (Ours Is the New Tribe) e Under a Veil (of Black lace) sono sulla stessa scia: White interagisce con il pubblico, termina una birra con tanto di adesivo “I love Ireland”, scatenandosi sempre di più. Lovelorn Rhapsody e They (Will Always) Die mettono fine a questo terzo set, vedendo il caro White inginocchiato ai piedi prima di Vincent e poi di Daniel Cavanagh durante l’esecuzione dei due brani.

Si creano momenti esilaranti, di interazione con il pubblico al quale viene regalata anche una fragorosa risata. A fine brano White, rivolto a Daniel Cavanagh: “di solito non bacio gli uomini, ma…” si avvicina e lo bacia sulla guancia. Il povero Danny, visibilmente divertito, tra le risate esclama “basta, io mollo tutto”.

Anathema - Dublino

La band abbandona il palco tra le urla e gli applausi del pubblico ormai in delirio: è il momento tanto atteso della serata, il momento dell’encore, Sleepless.

Prima di iniziare il pezzo, Darren White compie una riflessione profonda invitanto i fan a credere in quello che fanno e che faranno nella loro vita, senza abbandonare mai i propri sogni.
Luci stroboscopiche, riff pesanti ed il pubblico scatenato che unisce la propria voce a quella di White.

La serata si chiude tra gli applausi e quest’ultimo che emozionato esclama “Dublin, fucking Dublin!”.

Insomma, gran bel tour concluso nel migliore dei modi per gli Anathema, volto a soddisfare i nuovi fan ma soprattutto i primissimi.

Anathema che hanno già in serbo un tour acustico in Australia (dopo le date estive in giro tra festival europei e americani): ne sentiremo sicuramente delle belle.

Ecco l’intera scaletta:
Set 1: 2014-1999
Anathema / Distant Satellites / Untouchable pt.1 / Untouchable pt. 2 / A Simple Mistake / A Natural Disaster / Closer / Pressure / One Last Goodbye
Set 2: 1998-1995
Shroud of False / Fragile Dreams / Empty / Lost Control / Eternity Part I / Eternity Part II / Eternity Part III / Sunset of Age / A Dying Wish
Set 3: 1995-1993
Crestfallen (Falling Deeper version) / Sleep in Sanity / Kingdom / Mine is Yours ti Drown in (Ours Is the New Tribe) / Under a Veil (of Black Lace) / Lovelorn Rhapsody / They (Will Always) Die
Encore
Sleepless

Galleria fotografica a cura di Silvia Mondati

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Fotografa e Collaboratrice di Zeta Emme - Zona Musica

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