Un viaggio sonoro tra spiritualità, virtuosismo e tradizione afroamericana che rilegge l’eredità di Alice Coltrane nel cuore di Roma
Ci sono concerti che non raccontano soltanto musica, ma un modo diverso di stare dentro il suono. La serata del 12 novembre al Roma Jazz Festival è stata proprio questo: un incontro raro tra Alina Bzhezhinska, Tony Kofi e Brian Jackson, che hanno restituito al pubblico l’essenza più profonda e spirituale dell’universo di Alice Coltrane, con un’intensità capace di catturare ogni sguardo e ogni respiro.
La serata di mercoledì 12 novembre 2025 al Roma Jazz Festival si è trasformata in un’esperienza di profonda immersione spirituale e musicale, grazie al progetto “Celebrating Alice Coltrane”, progetto presentato per la prima volta in Italia, che ha visto l’arpista di fama mondiale Alina Bzhezhinska, l’illustre sassofonista Tony Kofi e l’iconico pianista e compositore Brian Jackson unire le loro forze.
Sul palco del Teatro Studio Borgna, l’ensemble, supportato da un’eccezionale sezione ritmica composta da Kobe Heath Ngugi al basso, Matt Holmes alla batteria e Joel Prime alle percussioni (come in altre date del progetto), ha reso un omaggio sentito e vibrante all’eredità di Alice Coltrane, figura centrale nella storia del jazz e della musica spirituale.
Alina Bzhezhinska (a.k.a. AlinaHipHarp), classe ’79, nata a Leopoli, ha proseguito gli studi prima in Polonia, poi in Germania e negli Stati Uniti, prima di stabilirsi a Londra. Indubbiamente una delle più importanti arpiste al mondo, Alina si è data la missione di portare l’arpa alla ribalta del suono contemporaneo, e ci è riuscita perfettamente.
La profonda conoscenza e ammirazione di Alina Bzhezhinska per l’opera di Alice Coltrane si esprime in modo eloquente sin dal suo album di debutto Inspiration, sentito omaggio all’influenza duratura di Alice e John Coltrane, realizzato con il virtuosismo di Tony Kofi al sassofono.
Già nel 2017 Bzhezhinska e Kofi avevano incantato il pubblico del Barbican Centre di Londra durante l’EFG London Jazz Festival, condividendo il palco con il leggendario Pharoah Sanders, un evento premiato con una nomination nel 2018 per la Best Live Experience of the Year ai prestigiosi Jazz FM Awards.
Per Brian Jackson, la musica dei Coltrane è stata faro e fonte di ispirazione nel corso di tutta la sua carriera.
Metà del duo Gil Scott-Heron & Brian Jackson, da sempre il pianista guarda al presente e al passato per trarre ispirazione e onorare l’antica tradizione del griot, il trovatore africano della verità: «L’ho imparato da chi mi ha preceduto. È mio compito trasmettere ciò che ho imparato. Questa è la Tradizione», spiega al pubblico.
La scaletta proposta è stata una miscela sapiente di capolavori di Alice Coltrane, omaggi ai giganti del jazz e composizioni originali, tracciando un percorso coerente con la visione universale e trascendente della grande arpista e pianista.
Il concerto si è aperto con l’omaggio a un altro pioniere del jazz spirituale, Pharoah Sanders, attraverso Intro Creator Has a Master Plan, un’introduzione che ha immediatamente stabilito un tono meditativo e potente.
Il cuore dello spettacolo ha pulsato al ritmo delle composizioni di Alice Coltrane, con brani iconici come l’ipnotica “Wisdom Eye” e la suggestiva “Blue Nile“, in cui l’arpa di Alina Bzhezhinska dialoga con il sassofono di Tony Kofi, evocando un suono contemporaneamente etereo e radicato. Earth e Los Caballos hanno ulteriormente esplorato il repertorio dell’artista americana, mettendo in luce la capacità del trio di interpretarne la musica con rispetto e innovazione.
Un momento di particolare intensità è stato l’intermezzo di “Meditation” firmato da Alina Bzhezhinska, dove l’arpa, spesso amplificata con effetti elettronici, marchio distintivo della sua HipHarp, ha creato paesaggi sonori che trascendono il jazz acustico, proiettando l’eredità di Alice Coltrane nel XXI secolo.
L’esecuzione di “Fire“, brano che affonda le radici tanto in Joe Henderson quanto nella stessa Alice Coltrane (dal suo album “The Elements”), ha mostrato l’energia collettiva della band, con Tony Kofi che ha sfoderato un sassofono potente e lirico.
Il programma ha saputo bilanciare i tributi con la creatività individuale dei musicisti:
– “Unspoken Truth” di Alina Bzhezhinska ha offerto un ulteriore saggio della sua maestria compositiva;
– “Dear Alice” di Tony Kofi è stata una dichiarazione d’amore personale e toccante alla figura celebrata;
– Brian Jackson ha portato la sua inconfondibile sensibilità, frutto della storica collaborazione con Gil Scott-Heron, con il brano “Rivers to My Fathers“, aggiungendo profondità e un retaggio di impegno civile alla performance.
Il gran finale non poteva che culminare con “Journey in Satchidananda“, forse il brano più celebre e rappresentativo del misticismo di Alice Coltrane. La rilettura dell’ensemble è stata catartica, sigillando il viaggio sonoro in un’estasi collettiva.
La collaborazione tra Alina Bzhezhinska e Tony Kofi, affinata nel corso degli anni e culminata nel loro acclamato album in duo Altera Vita, ha trovato un nuovo vertice con l’aggiunta di Brian Jackson. La loro performance non è stata solo un concerto, ma una vera celebrazione della spiritualità del jazz e del ruolo pionieristico di Alice Coltrane, riaffermando la rilevanza del suo messaggio di pace e trascendenza nel panorama contemporaneo.
Il pubblico del Roma Jazz Festival ha risposto con entusiasmo a questa serata che ha rappresentato un ponte tra il passato glorioso del jazz spirituale e il suo futuro innovativo.
Il Roma Jazz Festival, giunto alla sua 49esima edizione, celebra il jazz in tutte le sue forme, con una storia che lo rende uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno romano. Proseguirà quest’anno sino al 23 novembre in diverse sedi, tra cui l’Auditorium Parco della Musica, la Casa del Jazz e il Monk Club.
Una kermesse riconosciuta per la capacità di adattarsi all’evoluzione del jazz e riflettere i temi sociali contemporanei, pace, parità di genere, diritti civili. Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito ufficiale (qui).
Guarda le foto esclusive del concerto e rivivi le emozioni della serata attraverso le immagini di Monica Antonietti




















