È stata uno degli exploit più interessanti degli annali pop, una giovane e sconosciuta cantautrice dalla cotonatura fatta in casa scalzò “All You Need Is Love” dei Beatles dal primo posto delle classifiche americane. Stiamo parlando di Bobbie Gentry
La diva, nata nella contea di Hickasaw, Mississippi, e cresciuta in California, vinse poi una manciata di Grammy, partecipò al Festival di Sanremo in coppia con Al Bano (il pezzo era “La siepe“, in un involontario richiamo alla scrittrice Harper Lee), per diventare un volto popolare alla televisione in Gran Bretagna e negli States e primeggiare nei club più esclusivi di Las Vegas. E infine, sul far dei trentasette anni, sparire di colpo dallo show business senza lasciare traccia.
[amazon_link asins=’B017JNY0XS’ template=’ProdottoSingolo’ store=’fbofferte-21′ marketplace=’IT’ link_id=’4ab92e67-ee59-11e8-bfb9-d9ffc3322527′]“Southern Gothic. The Definitive Collection” è un doppio CD di fattura inglese e riassume in cinquanta selezioni la carriera discografica di Bobbie Gentry, costruita essenzialmente intorno allo sconcertante trionfo di “Ode To Billie Joe”, una canzone folk che racconta del fatidico giorno in cui un certo Billie Joe McAllister si tolse la vita gettandosi dal ponte sul Tallahatchie, presso Choctaw Ridge. Grazie all’ambientazione inequivocabilmente meridionale in cui la “gothic story” viene collocata, all’accompagnamento scarno di chitarra acustica e violoncello e soprattutto alla voce ferma, seducente, dal severo sapore di country, blues e soul bianco, la “Ode” è ormai un classico assoluto, che vanta cover, sequel e parodie nei cataloghi rock, jazz, cabaret e rhythm & blues.
Nel 1976 Max Baer, il regista di The Beverly Hillbillies, ne trasse un ottimo film dallo stesso titolo; nel 1999 la canzone fu cooptata nel Grammy Hall of Fame.
Il brano, come nelle migliori leggende radiofoniche, era uscito sul lato B del singolo, ma i dee-jay lo preferirono alla sia pur selvaggia maestosità della facciata principale, “Mississippi Delta“, un sensuale appello alla rivincita sudista. Basterebbero questi due per motivare l’interesse, ma guai a trascurare il resto della raccolta. Segnaliamo almeno “Fancy” e “Sermon“, in cui la Gentry si conferma perfetta controparte al femminile di Tony Joe White, e la gloriosa versione di “Niki Hoeky“, la hit di P.J. Proby finita anche nelle scalette di Bobby Rush.
Oltre a parecchi pezzi autografi e ad alcuni duetti con Glen Campbell – gli episodi forse più datati -, la selezione è completata da cover dei brani di successo, come si usava all’epoca in cui gli album non erano ancora concept. Quasi tutte di livello soddisfacente, comprese le tre firmate Lennon-McCartney, incluse per farsi perdonare lo sgarbo del sorpasso del 1967.
Bobbie Gentry – Southern Gothic: The Definitive Collection (Humphead Country)
In vendita su CD e in digital download su Amazon e iTunes.