Nei mesi scorsi il cantautore italiano ha lanciato l’inedito “Mastro Geppetto” che è andato ad arricchire la tracklist del celebre “Burattino senza fili 2017” uscito a distanza di quarant’anni dalla prima pubblicazione dell’album omonimo
Edoardo Bennato sembra non risentire degli anni che passano, ed ogni suo concerto è una rinnovata esplosione di energia. Edoardo, giunge in una fresca serata del giorno 20 di un agosto molto strano, a Ciciliano in provincia di Roma, presso il Campo Sportivo Comunale, dopo aver girato su e giù lo Stivale con il suo “Tour Estate 2018” dalla data zero di S. Marzano Sul Sarno (Salerno), lo scorso 3 luglio.
Immancabili occhiali scuri, blue jeans e scarpe da ginnastica, spesso alternati a stivali da cowboy, il look di Bennato è quasi un marchio di fabbrica, come le sue “schitarrate”, la sua voce graffiante e soprattutto il suo stile rock puro, influenzato in parte da sonorità mediterranee come la taranta.
Un Bennato mai uguale, ma sempre uguale negli anni, con l’aria sorniona del cantastorie e la seriosità di un cantautore che riesce a raccontare attraverso metafore il quotidiano, spesso con un occhio critico, ma senza mai schierarsi apertamente, evitando il rischio di cadere rovinosamente, come molti suoi colleghi, verso una qualche etichetta politica.
Edoardo Bennato piace a tutti anche per questo, perché sin dall’inizio ha sempre tenuto fede alla sua libertà di esprimersi, senza mai disturbare, prendere posizioni e senza mai apparire particolarmente di parte. Del resto uno dei suoi brani più celebri, “Sono Solo Canzonette” vuole essere un manifesto alla sua libertà di espressione e al suo modo di dire le cose.
Attraversando i tanti anni di carriera, tra il mondo reale e quello delle favole, Edoardo Bennato racconta e si racconta, scherza col pubblico, narra aneddoti, si concede a molteplici virtuosismi con la sua chitarra, fedele compagna di tutta una vita.
Ciciliano lo accoglie con l’entusiasmo di chi lo aspetta da tempo. Si tratta, del resto, di un piccolo paese di provincia, ma in esso è racchiusa la storia e le origini dell’intera area a est di Roma, uno dei centri storici più affascinanti del Lazio, metà d’elite per turisti e appassionati di antichità, e poter vedere e ascoltare un grandissimo artista come lui da queste parti non è facile, un genio assoluto, uno stravagante e per certi versi incompreso menestrello, l’uomo che ha dato voce all’utopia e che ha prodotto indimenticabili graffi alla coscienza collettiva e al quieto spirito benpensante del nostro paese.
Troppo avanti sempre per tutti i suoi tempi, ma sempre capace di catturare attenzione e regalare entusiasmo e leggerezza, anche quando si parla di temi più profondi, raccontando attraverso canzoni come “Meno male che adesso non c’è Nerone”, “In prigione, in prigione”, “Vendo Bagnoli” la strana favola di questo “paese dei Balocchi” chiamato Italia.
Questa la scaletta della serata:
Pronti a salpare / Abbi dubbi / Sono solo canzonette / Il gatto e la volpe / Meno male che adesso non c’è Nerone / L’isola che non c’è / Mangiafuoco / Quando sarai grande / Mastro Geppetto / La fata / Il mio nome è Lucignolo / In prigione, in prigione / A Napoli 55 è ‘a musica / È asciuto pazzo ‘o padrone / Vendo Bagnoli / La calunnia è un venticello / La luna / Ogni favola è un gioco / Rinnegato / Pronti a salpare /Il rock di capitan Uncino
Encore: Italiani / Nisida
Galleria fotografica a cura di Dario Pietropaoli