Ultima serata del trentesimo festival di Porretta. Serata spettacolare, divertente… Soul ma anche tanto blues!
Un’incredibile serie di musicisti sul palco che ci tengono incollati dalle 20:15 alle 02:30, quasi sei ore di spettacolo! Forse lungo? Forse per i più, per il sottoscritto abituato ai lunghi festival Blues da dieci/dodici ore su quattro palchi, le sei ore sono passate in un attimo, anche perché, il divertimento c’è stato e questa è la componente più importante in un festival. Uscire dal concerto stanchi ma contenti è fondamentale.
E si la musica soul il blues r&b trasmettono delle immense sensazioni che entrano nella mente nel cuore e nell’anima. Se a tutto questo aggiungiamo poi un’atmosfera unica nel panorama dei concerti e cioè, la possibilità di interazione con tutti i musicisti sempre disponibili e mai spocchiosi.
La serata è iniziata con una travolgente esibizione di un Davel Crawford: blues, con mille divagazioni (chiara la matrice di New Orleans), soul, r&b, jazzy, senza dimenticare la sua origine legata alla tradizione gospel.
Velocissimo cambio palco ed ecco la corposa e professionale (ma con grande feeling) home band che accompagnerà tutti gli artisti della serata fin oltre le due del mattino. Anthony Paule Soul Orchestra dove oltre ad Anthony, superbo alla chitarra, troviamo un perfetto Paul Olguin al basso, una sezione fiati navigata e assolutamente all’altezza, l’adrenalitico Derrick Martin (mai vista in tutta la mia vita una persona cosi scatenata), tre coriste, ma anche singer in un paio di occasioni dove segnalo la figlia del mitico Jimmy McCracklin che rivisita i brani del padre.
Scott Sharrard, ottimo alla chitarra e voce, anche se eccessivamente legato al rock, visto anche il passato e le collaborazioni.
Barbara Blue, una delle tanti cantanti che si esibisce regolarmente a Beale Street, grande simpatica, voce possente e degna un ascolto con particolare interesse.
Willie Hightower, su questo cantante che ha avuto un buon successo nel passato dovremmo soffermarci. Due sole canzoni, intese, sofferte che hanno esaltato la sua calda voce. Vi dico sinceramente… sono tornato ed ho subito acquistato tre suoi CD. La sua voce e performance mi ha realmente colpito.
Altro personaggio di rilievo Wee Willie Walker, anche lui dotato di una straordinaria coinvolgente e suadente voce.
King Louie (Hammond) e la intrigante La Rhonda Steele riescono a dare una grande impronta alla serata, anche grazie all’aiuto del front man dei Blues Brothers… Rob Paparozzi!
Bernard ”Pretty” Purdie, fermiamoci e inchiniamoci davanti ad una dei batteristi migliori al mondo, che ha partecipato a migliaia di registrazioni e collaborazioni: da Louis Armstrong ad Aretha Franklyn. Un maestro di bravura e simpatia.
Selassie Burke giovane cantante figlio del leggendario, indimenticabile unico Solomon Burke (al quale è stato intitolato il ponte che unisce il centro città con la stazione ferroviaria) termina la sua performance con la voce rotta dall’emozione interpretando uno struggente brano di suo padre “Don’t Give Up on Me“.
Carla e Vanessa Thomas, la bravura e la leggenda, sia quando si esibiscono da sole che insieme, sono travolgenti e decisamente Blues. Finale straripante con il classico ed intramontabile “Walking To The Dog”.
Falisa Janaye è una cantante del Mississippi, migliorata dalle prestazioni dello scorso anno, in particolare è più coinvolgente e ha maggior padronanza del palco. Sicuramente è un personaggio: bella voce, bella presenza e mise decisamente stravagante.
Ricky Fantè che affascina tante delle donne che stanno al Rufus Park e ci regala i suoi due brani che hanno conosciuto un buon successo che fanno giustamente il loro effetto (ma chissà se conosce e sa interpretare anche altro?).
Tony Lee Washington, ormai non è più una giovane fanciulla, ed anche nell’ultima serata sfoggia un’eleganza di altri tempi. Dimostra che la classe non è acqua e che i tanti anni di concerti qualcosa insegnano: voce spendente. Un vero piacere per le mie orecchie blues, bluesy, soul ballads.
Sono ormai le 2:15 quando sul palco sale Vasti Jackson con la sua chitarra e ci ripropone “Who’s Making Love” classico di Johnnie Taylor, con il quale ha collaborato per diversi anni, per finire in un rock blues che esalta la sua bravura alla chitarra. Un vero e proprio “Hurricane”.
Grande finale con tutti gli artisti sul palco che intonano a turno “Bring It On To Me” nel tripudio generale.
SI molto sono stanchi, ma contenti felici di aver vissuto una serata eccezionale.
Grazie Graziano continua cosi!
GRAZIANO FOR PRESIDENT!
Nel frattempo il format del Porretta Soul Festival, dopo aver archiviato l’edizione numero trenta, si trasferirà infatti a Gran Canaria, sulla spiaggia di Maspalomas, dal 28 al 30 luglio.
Si ringrazia per la collaborazione alla stesura del testo il rev. Gianfranco Skala.
Galleria fotografica a cura di Mariano Trissati