Marcel Smith, il sacro nel profano
Orgoglio della Black Music Hall of Fame di Sacramento, Marcel Smith ha assimilato fin da piccolo i diversi generi musicali che orecchiava per casa, dal blues al pop, dalla beach music al rhythm & blues. Fu grazie alla chiesa che riuscì, minorenne, a emergere nella capitale della California; dopo il praticantato nel coro della parrocchia, venne reclutato nei WD Gospel Singers per poi intraprendere una proficua carriera anche in ambito secolare, come cantante solista nei Soul Prophets del concittadino Robert Nakashima. Sembra una storia già sentita: generazioni fa, capitava che la gente del gospel si facesse allettare da tentazioni profane. E chi provava ad andare “nel mondo” veniva messo al bando per aver ceduto alla “musica del diavolo”.
La duplice esperienza, da virtuoso del gospel con i WD Singers e apostolo del soul blues con i Prophets, non causerà invece grattacapi a Smith, che si è imposto su più versanti, senza tradirne nessuno. Spesso gli capita di esibirsi nell’una o nell’altra veste agli stessi club o festival.
Insieme alle lezioni di Soul Stirrers e Mighty Clouds of Joy, Marcel Smith ha appreso anche quelle di Sam Dees, Ben E. King o Tyrone Davis. Uomo di chiesa anche fuori dalla chiesa, in “From My Soul” esprime fervore e una passione quasi mistica pur cantando da un pulpito profano. È la sua seconda prova per la Little Village, l’etichetta no profit diretta da Jim Pugh; produzione e incisione sono curate dal norvegese più attivo di San Jose, il chitarrista Kid Andersen. Tra gli strumentisti si notano personaggi che hanno ruotato al Porretta Soul Festival come il batterista D’Mar, il trombonista Mike Rinta e l’organista Tony Lufrano. D’altronde Smith stesso era quasi in parola per partecipare alla rassegna, non fosse stato l’uomo giusto nell’anno sbagliato: il 2020.
C’è da sperare in una nuova possibilità, sulla scorta di performance invitanti come “If You Miss Me”, una dolce ballad sulle corde di Sam Cooke, o “What Can We Do”, dal commosso messaggio eco-pessimista. O della pura chiave deep soul dell’arpeggiata “My Heart Told A Lie”, di “I Don’t Want To Take A Chance”, su cui si era già cimentato Wee Willie Walker o della mozzafiato “There Goes My Used to Be”, già di O.V. Wright, eseguita in duetto con Johnny Rawls.
Altre reminiscenze del vecchio giradischi di famiglia riaffiorano nell’ultima traccia, un live da nove minuti. Nell’introduzione Smith ripensa alla madre, scomparsa da pochissimo, e alla di lei decisiva influenza musicale. “La sentivo cantare quando era incinta di me. Tra tutte le canzoni che mi ha fatto conoscere ce n’era una dei Bee Gees, che poi riprese Al Green”, ricorda, prima di attaccare una poderosa versione di “How Can You Mend a Broken Heart”.
“From My Soul” di Marcel Smith è disponibile in streaming su Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui) e Apple Music (qui).