I kuTso sono stati protagonisti lo scorso 24 febbraio alla Libreria Feltrinelli di Roma in occasione della presentazione del loro secondo disco, “Musica Per Persone Sensibili“
Molto più rock, rispetto a “Decadendo Su di Un Materasso Sporco“, in questo secondo album dei kuTso, che viene dopo l’esperienza al Festival di Sanremo. “Ci siamo accorti di aver fatto proprio in occasione della nostra partecipazione al Festival di Sanremo, un disco davvero rock e potente” – dice la voce dei kuTso Matteo Gabbianelli, in occasione della presentazione del disco alla Libreria Feltrinelli di Roma – “fa ridere questo ossimoro.” In un Festival dove il trend andava verso una sobrietà musicale d’altri tempi, i kuTso sono stati l’eccezione, con la loro verve, la loro ironia, la loro voglia di provocare e di rompere gli schemi.
A Roma, a differenza delle altre città dove i kuTso stanno promuovendo “Musica Per Persone Sensibili“, c’erano i fan della prima ora, quelli che li hanno visti crescere e salire fino alla ribalta sanremese partendo dai locali di periferia. Quasi tutti quelli che erano li, conoscevano Matteo e soci da prima di quest’avventura al Festival. Nel mini-live acustico proposto, molte erano le canzoni tratte da “Decadendo Su di Un Materasso Sporco“, in maniera particolare “Questa Società” brano tra i più amati dai fan che hanno seguito i kuTso delle origini.
Irriverenti e liberi come sempre, da sempre legati ad un linguaggio musicale vispo, frenetico, surreale e sgangherato ma anche sfacciatamente solare, e abituati inoltre a dire tutto quello che passa loro per la testa, senza mezzi termini, i kuTso hanno raccontato aneddoti molto divertenti sulla loro esperienza sanremese, parlato del loro rappoto con Alex Britti, loro amico di vecchia data, che ha collaborato in quest’album insieme ad altri nomi illustri della nuova musica cantautorale romana come Roberto Angelini o Pier Cortese.
Nel video un piccolo spezzone dello spettacolo presso la libreria Feltrinelli di Roma.
Inoltre, hanno ancora una volta tenuto a dire che il loro nome si pronuncia “Katso”, anche se nessuno a Sanremo ha osato chiamarli così. “Il nostro nome si pronuncia Katso, ma dirlo correttamente davanti ad una platea di dieci milioni di italiani, non era facile“, ha detto Matteo Gabbianelli. Tra i brani proposti oltre a “Questa Società“, gran finale del mini-live, “Bluff!” prima traccia del nuovo disco, “Io Rosico“, “Elisa” il brano che ha fatto ballare Sanremo facendoli arrivare secondi tra le Nuove Proposte dietro Giovanni Caccamo, cosa del tutto impensabile all’inizio. Del resto loro stesso lo hanno ammesso: “Abbiamo vissuto la nostra partecipazione come uno scherzo“, dice Matteo Gabbianelli. È il loro modo di essere: esplosivi, briosi, irresistibili, incapaci di prendere le cose seriamente. Ogni loro concerto è un delirio di nonsense, scherzi, balli sgangherati (“Faccio questi movimenti perché mi sono accorto da tempo di non saper ballare e me ne sono fatto una ragione” – ha dichiarato Matteo Gabbianelli in occasione dell’incontro col pubblico della Feltrinelli di Roma), travestimenti, soprattutto di Donatello Giorgi, chitarrista dei kuTso che ha ammesso di “aver comprato così tanti costumi da non avere più un centesimo di euro da parte“, e tanto altro ancora. Pura energia, come quella scaturita da questo nuovo disco, che comunque vada sarà un successo.
Galleria Fotografica a cura di Mariano Trissati
1 commento
Una band allegra e irriverente. Peccato solo non essere riuscita a venire a Roma