La bellissima e bravissima Simona Molinari, sarà all’Auditorium Parco della Musica la sera di mercoledì 29 gennaio 2014, per il secondo appuntamento di LazioWave in questo 2014. C’è da fidarsi che sarà in grado di regalarci emozioni intense come da tempo ci sta abituando
Una delle poche artiste italiane che vanta un live al Blue Note di New York, tempio mondiale della musica jazz, Simona Molinari ha chiuso un anno fantastico: è stata protagonista all’Arena Santa Giuliana di Umbria Jazz; ha avuto modo di duettare con Andrea Bocelli in occasione della manifestazione “Teatro del Silenzio”. È stata la voce della sigla de “I Delitti del BarLume” una miniserie ispirata ai libri di Marco Malvaldi, prodotta da Sky e andata in onda su Sky Cinema 1 che ha visto protagonista Filippo Timi. Ha effettuato una trionfante tourné asiatica che ha raccolto notevoli successi di pubblico e di critica in Giappone, ma anche in Cina e a Macao… e poi la ciliegina sulla torta del live al Blue Note di New York.
Con questa esibizione all’Auditorium Parco della Musica, Simona Molinari chiude il suo “La Felicità Tour” che ha visto molte date sold out in tutta Italia, tra le quali va citata senza dubbio quella di Milano del 30 novembre scorso, un vero bagno di folla del quale si è parlato a lungo sui giornali di quel periodo.
È per noi un grande onore, ospitare questa intervista a Simona Molinari, che gentilmente ci ha concesso qualche minuto del suo tempo per rispondere alle nostre domande, in bilico tra il pubblico ed il privato, nella quale si parla un po’ del bilancio della sua carriera e del suo fantastico 2013, ma anche un po’ di lei e delle sue personali emozioni, il suo modo di vivere e vedere la vita e i fatti che la circondano.
Qual è stato il tuo primo approccio con la musica?
“Ricordo che ho iniziato a cantare nel coro della mia parrocchia, quando ero molto piccola. Mi affidavano sempre le voci più acute da solista… ma ho iniziato a studiare veramente a 8 anni, quando fui selezionata nella mia classe a scuola per seguire un corso di canto.”
Quanto Sanremo ha cambiato la tua vita?
“Il mio primo Sanremo ha determinato un punto di partenza, mi ha dato la sicurezza come cantautrice e mi ha dato un pubblico con il quale crescere e confrontarmi… da lì in poi ci sono stati quattro dischi, tanta musica live e tante esperienze che mi hanno portato allo scorso Sanremo, dove ho cantato da “big”, che mi ha aperto altre mille porte…”
Parliamo della sua esperienza americana. Cantare al Blue Note di New York è una cosa che non si dimentica facilmente. Sicuramente è il sogno di tutti i cantanti jazz e non solo. Non solo hai avuto l’occasione di cantare li, ma è stato anche un grandissimo successo di pubblico e di critica… cosa ricorderai sempre di questa esperienza?
“Ricorderò sempre la paura prima di salire sul palco, ma più di tutto la partecipazione attiva e calorosa di gente di altre culture e lingue alla mia musica e alle mie canzoni.”
Dall’album del 2011 “Tua” hai cominciato un po’ ad intensificare l’impronta electroswing e a proporre un suono un po’ più eterogeneo,abbandonando in parte le sonorità e l’impronta acustica dei primi album. In “Dr. Jekyll Mr. Hyde”, questa svolta verso l’elettronico è più marcato. Hai deciso di dare una svolta definitiva al tuo modo di fare musica?
“Sento che l’electroswing, e più in generale le contaminazioni di jazz o musica acustica con l’elettronica mi hanno aperto una nuova porta da esplorare, che non so dove mi porterà, ma è estremamente divertente vestire le mie melodie e i miei testi in maniera sempre nuova…in generale la costante della mia musica è la ricerca del giusto compromesso tra la musica cosiddetta “colta” e quella popolare.”
Tu sei anche autrice di molte tue canzoni. Le tue canzoni pare abbiano un’impronta un po’ autobiografica. Sono esperienze vissute sulla tua pelle, quelle che racconti nelle canzoni che scrivi?
“Nella maggior parte dei casi si… a volte sono esperienze che vivono persone a me care, altre sono mie elucubrazioni mentali.”
Hai collaborato con molti artisti importanti: Ornella Vanoni, Peter Cincotti, Fabrizio Bosso, Gilberto Gil, Roberto Gatto ecc. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?
“Ogni collaborazione è una crescita… ognuna delle persone sopra citate mi ha inconsapevolmente insegnato qualcosa… sia a livello umano che professionale!”
Lelio Luttazzi è l’autore del tuo brano sanremese che da il titolo all’ultimo album “Dr. Jekyll Mr. Hyde”. Il Maestro ci ha lasciato l’8 luglio 2010. In quest’album c’è questa sorta di collaborazione virtuale, anche attraverso l’ultimo brano “Buonanotte Rossana”, nel quale si ha modo di ascoltare la voce registrata di Lelio Luttazzi. Questo disco vuole un po’ essere anche omaggio postumo al maestro Luttazzi?
“In parte si… lui era uno dei maggiori esponenti dello swing italiano, l’ho sempre stimato molto e nel mio concerto c’è un momento dedicato a lui”
Tu nasci a Napoli, ma ti trasferisci con la tua famiglia molto presto a L’Aquila, città dove attualmente risiedi. Il tuo legame con L’Aquila è molto forte. Hai dedicato un singolo alla tua città d’adozione dopo il terribile sisma del 2009, dal titolo “Ninna Nanna” in collaborazione con il pianista Nazzareno Carusi. Per un artista, che ha comunque un animo molto sensibile, quanto è difficile poter raccontare attraverso i propri brani e far comprendere le emozioni forti che si provano in situazioni di gravi tragedie che colpiscono e segnano comunque la propria esistenza?
“Quando scrivo effettivamente racconto cose di me che sono molto nel profondo e a volte quando mi riascolto ho quasi imbarazzo nel ritrovare momenti e situazioni molto intime. Mi considero una persona abbastanza riservata perciò non è facile e nel caso del terremoto, dopo il sisma ho scritto molto… molte cose che ho scritto non sono diventate canzoni.”
Dopo questo tour, che progetti hai?
“Quest’anno sarà pieno zeppo di impegni, tra febbraio e marzo ho due date molto importanti a Mosca… poi da aprile a giugno sarò impegnata in un musical di cui sentirete presto parlare. Inoltre sto preparando una cosa particolarissima per i live di luglio e agosto. Per quanto riguarda un prossimo disco, dopo aver scritto quattro dischi in cinque anni, devo dire che il quinto disco è forse quello più difficile… ho bisogno di vivere nuove esperienze e cambiare aria perché non ho voglia di ripetermi e quindi non credo uscirà prima del 2015″.