Uno spettacolo davvero eccezionale per questo inusuale mattatore della musica italiana. Una serata da incorniciare per il teatro, che ha visto una grande affluenza di pubblico, uscito via entusiasta dopo aver assistito ad una performance assolutamente gratificante, laddove ironia, sagacia, poesia, momenti di riflessione e di svago hanno riempito il palco per oltre due ore
Le tantissime sfaccettature di un personaggio assolutamente unico nel panorama musicale italiano, sono state rappresentate con dovizia di particolari ed intensitร assoluta nello spettacolo che Simone Cristicchi ha saputo dare la sera del 17 maggio al Teatro di Tor Bella Monaca. E che spettacolo! Completo e perfettamente su misura dell’artista romano che non si รจ risparmiato assolutamente nulla ed ha raccontato la sua carriera e le emozioni che l’hanno accompagnata alternando gli stati d’animo da quello pungente, caustico, ironico e sagace a quello riflessivo, poetico, talvolta malinconico. Due lati della stessa medaglia, le tante faccie di Simone Cristicchi, assolutamente straordinario.
Una serata davvero suggestiva, calda, divertente: un pubblico numeroso ed entusiasta, che giร dall’inizio ha decretato il successo della serata. Uno spettacolo per il quale risulta difficile perfino trovare l’aggettivo adatto, senza rischiare di essere troppo banali. Ne potremmo sciorinare a iosa di aggettivi. Ma nessuno renderebbe bene l’idea. In effetti questo spettacolo, come del resto tutti quelli di Cristicchi, riflettono molto la sua personalitร vasta e complessa; variopinta, istrionica, a tratti crepuscolare. Bisogna conoscere la sua storia, per capire ogni suo spettacolo. Cristicchi รจ una sorta di “vendicatore” che con la musica cerca di rendere “giustizia” su certe cose. Racconta storie, tante storie; semplici e complesse allo stesso tempo. Il filo conduttore che lega le storie dei suoi personaggi รจ il loro “destino” di persone semplici ai quali la vita ha dato quel ruolo e a loro รจ “toccato” di prenderselo quel ruolo. Come se la vita fosse un grande palcoscenico, i protagonisti delle canzoni di Cristicchi sono minatori, disabili, malati di mente,ย studenti, anziani, persone sole, divi sul viale del tramonto: la loro solitudine viene raccontata come un “male necessario”. Forse un male di tutti noi, figli di un’epoca moderna senza piรน valori, al punto che in canzoni come “Li Matti De Roma” Cristicchi tende a chiedersi: ma chi รจ veramente un pazzo? Quanto รจ piรน sano chi si trincera dietro la scrivania di un ufficio, pensando solo ad arricchirsi, rispetto a chi vive di sogni, immaginazioni ed illusioni, di essereย qualcosa che non รจ? Cristicchi ha prestato servizio prima come obiettore di coscienza, poi da volontario in un centro d’igiene mentale, e questa esperienza che lo ha portato ad approfondire i temi della malattia mentale e dei manicomi e spesso si รจ trovato di fronte a esperienze di rara saggezza ed umanitร che non ha saputo trovare spesso tra le cosidette persone “normali”, quelli che stanno come dice lui “dall’altra parte del cancello“. Durante il suo show, si richiamerร spesso a questa esperienza, citandola piรน volte. Simone arriva elegantissimo e garbato come sempre sul palco intorno alle 21:30, dopo un filmato iniziale nel quale si intervista la gente di Roma per le strade e le si domanda se conoscono o no Simone Cristicchi.
Apre il concerto con la romantica “La Cosa piรน Bella del Mondo” e con un’altro brano d’amore dal titolo “Mi Manchi” e a seguire la graffiante “Meno Male“. Racconta i suoi inizi, di quando suonava nei locali di Roma davanti agli amici o nelle feste di compleanno. Parla dei suoi inizi come fumettista allievo del grande Jacovitti e di come ha creato molti personaggi che alla fine sono diventati i protagonisti “semplici” delle sue canzoni. Poi passa a cantare “L’Uomo che Vendeva i Bottoni” il brano che gli permise di vincere il Concorso Nazionale Cantautori, conquistando il Premio SIAE per il miglior brano nel 1997. Quindi Cristicchi racconta di una Roma che vedeva quando girava la sera per andare a suonare, prendendo gli autobus, perchรฉ non ha avuto la patente fino all’etร di 25 anni, come ha affermato. Una Roma diversa che “profumava di bucatini all’Amatriciana, mentre ora odora di involtini primavera“. Cristicchi manifesta nostalgia per quella Roma che non c’รจ piรน, una sorta di “saudade brasilera“e allora in omaggio a questa “saudade” canta “A Sambร de a Tuscolana“. Arriva il momento di spiegare poi come nasce la canzone che gli ha regalato il successo e cioรจ “Vorrei cantare come Biagio” che lui definisce “tormentone involontario” frutto di anni di “frustrazione per un album che non riusciva ad essere prodotto” e “di lotte con i discografici che non gli davano spazio e non volevano investire su di lui“. Un branoย denunciare l’enorme difficoltร , per un giovane artista, di raggiungere il successo preservando la propria individualitร .
Allora aveva voglia di cantare come Biagio Antonacci, oggi afferma che i tormentoni vanno aggiornati e adesso “vorrebbe cantare come Gigi D’Alessio” e naturalmente il pubblico esplode in una fragorosa risata. Sarร uno dei tanti momenti divertenti della serata, dove Cristicchi รจ mattatore assoluto e padrone della scena: fa ridere quando improvvisa una simpatica e sferzante scena nella quale si veste da prete con tanto di chierico (che indossa oltre al saio anche una sciarpa della Roma Calcio, della quale Cristicchiย รจ tifosissimo)ย ed elenca una serie di strafalcioni riportati su di un libro che elenca le frasi piรน curiose e a doppio senso mai scritte su manifesti e giornali parrocchiali, per poi lanciare una parodia di “Povera Patria” di Franco Battiato, con parole di fuoco che sferrano duri attacchiย contro alcune situazioni poco chiare e spesso contraddittorieย della Chiesa, senza comunque lasciare la speranza che cambi qualcosa. Non risparmia battute alla classe politica “una legge del 1904 definisce “pazzo” chiunque manifesti pericolositร per se e per gli altri o crei pubblico scandalo.”-dice Cristicchi- “praticamente รจ un termine che si puรฒ riferire ai politici di oggi“. Ma tanti sono anche i momenti di riflessione, spesso commoventi, come il ricordo del suo incontro con la grande poetessa Alda Merini, riportato in un filmato proiettato sul palco,ย prima di intonare “Ti Regalerรฒ Una Rosa”ย e il lungo monologo che anticipa la canzone dedicata a Laura Antonelli, intitolata semplicemente “Laura“, con la quale Cristicchi cerca di rendere giustizia ad una grande star del cinema prima osannata, amata, corteggiataย e venerata, poi abbandonata a se stessa a seguito delle ripetute disavventure che l’hanno portata al suoย lento ed inesorabile oblio. Cristicchi, molto amico della Antonelli, parla di un mondo “che usa le persone a proprio piacimento, per poi gettarle via appena non servono piรน“, ma anche di come persone come Laura Antonelli, tornata praticamente nell’anonimato, riescono a ritrovare la felicitร “senza quel successo del quale hanno capito di poterne fare a meno”.
Ma sono tante le storie che vengono raccontate, in ogni canzone di Cristicchi si apre una finestra su un mondo: “Senza notte nรฉ giorno” (dedicata alla dura vita dei minatori e di coloro che sono morti nelle miniere),”Magazzino 18” (coraggiosa denuncia su quanto successo in Istria e Dalmazia durante l’esodo degli italiani), “L’Ultimo Valzer” (racconto della condizione degli anzianiย abbandonati nelle case di riposo). Canzoni spesso corredate da filmati che scorrono sul telo dietro al palco a dare forza alle argomentazioni. Verso la fine del concerto vengono proposti altri brani di successo come “Studentessa Universitaria“, “Volemo Le Bambole” e “La Prima volta che Sono Morto“, queste ultime due sul classico stile della canzone popolare romana, nelle quali si rivedono le componenti di teatralitร che furono di Ettore Petrolini ma anche di Rino Gaetano. Parla quindi della sua esperienza con “Esperance” associazione umanitaria che opera in Vietnam al fine di garantire ai bambini un futuro migliore, istruzione, cure mediche e acqua potabile, in un paese martoriato da una guerra che ha lasciato ancora le sue tristi tracce, come il veleno nei fiumi e nelle sorgenti che rende l’acqua imbevibile, a seguito dei bombardamenti con napalm ed altreย sostanze chimiche e radioattive durante la guerra.
Il sostegno che lui da ad Esperance รจ uno dei tanti impegni di questa persona davvero straordinaria e di questo artista altrettanto straordinario dentro e fuori dal palco. Non ha voluto infatti mancare, a concerto terminato, all’incontro coi numerosi fan che lo hanno atteso all’uscita, con i quali mantiene un contatto amichevole e semplice. Cristicchi nonostante il successo improvviso avuto con “Vorrei Cantare come Biagio” con la quale in un mese รจ passato dal “suonare nei locali ad esibirsi davanti 40.000 persone entusiaste all’Arena di Verona” come ha affermato durante il concerto, รจ rimasto il ragazzo semplice di sempre e coraggiosamente ha scelto la via piรน difficile: quella di tornare ad essere se stesso invece che cedere alle lusinghe delle case discografiche che magari avrebbero voluto altre canzoni sullo stile di “Vorrei Cantare come Biagio“. Soprattutto in un momento come questo, dove i cantanti sono prodotti o meglio sottoprodotti (per non chiamarli scorie)ย artificiali creati dai talent show, tutti uguali a se stessi, come un esercito di cloni inutili, trovare il coraggio di proporsi in maniera diversa raccontando storie difficili e spesso ostili e scomode perย qualcuno che ha sempre e comunque qualcosa da nascondere ย (l’esempio di “Magazzino 18” e dell’episodio della contestazione che Cristicchi ha avuto a Scandicci, da parte di gente la cui pochezza si commenta da sola, รจ l’esempio piรน evidente di come questo artista abbia preferito la strada tortuosa, anche a successo raggiunto, di essere se stesso e di dire sempre ciรฒ che pensa). Non c’รจ altro da aggiungere, tranne che un “Bravo Simone!”
Galleria Fotografica a cura di Fabio Spagnoletto