Un programma ricco di eventi, quello dell’edizione 2015 dell’Umbria Folk Festival, svoltosi a Orvieto, che tra i tanti nomi di spicco, il 20 agosto ha ospitato sul palco Fortezza Albornoz, Niccolò Fabi accompagnato dal quartetto strumentale dei GnuQuartet
Arrivati alla Fortezza Albornoz di Orvieto per l’Umbria Folk Festival veniamo accolti dai quattro elementi degli Street Clerks e dal loro sound a metà strada tra il nostrano pop ed un country rock dal sapore tutto americano. I ragazzi portano per l’occasione un paio di cover e la presentazione del loro disco, e mentre sono li che accendo l’iPad e li ascolto con orecchio un po’distratto ecco l’evento che non ti aspetti: tutti e quattro alle percussioni a dar vita ad un ritmo sincopato che ti fa venir voglia di alzarti a ballare anche se, come me, sei seduta sul parapetto della fortezza. Che dire? Da soli avrebbero potuto sostenere l’intera serata se solo non fossimo stati tutti in attesa di Fabi, difficilmente mi sono sbilanciata sui gruppi emergenti, ma non è solo per dover di cronaca che devo registrare il fatto che la platea gremita alla fine dell’esibizione li richiama a gran voce per un bis.
Cambio di palco e di atmosfera per l’ingresso di Cecilia e della sua arpa, e non appena l’armonia di voce e strumento si sprigiona dal palco ti spieghi perché Fabi l’abbia così fortemente voluta come “antipasto” delle sue performance in questo particolarissimo tour estivo in cui ha portato il concerto acustico fuori dai teatri e nelle piazze italiane.
Ho già avuto il piacere di scrivere una recensione per un concerto di Niccolò Fabi, ed una cosa è certa, la spontaneità e la carica di quest’artista non deludono mai, e tuttavia oggi, dopo due anni di costante collaborazione con Daniele Silvestri e Max Gazzè ritrovo un uomo con indosso una nuova pelle.
Sul palco, insieme al quartetto dei GnuQuartet, da vita ad uno spettacolo del tutto diverso, dismessi i panni dell’artista troppo concettuale eccolo interagire con il pubblico scherzando tra un brano e l’altro come si fosse veramente ad un falò in spiaggia e ci conoscessimo tutti da sempre. La collaborazione con Raffaele Rebaudengo (viola), Francesca Rapetti (flauto), Roberto Izzo (violino) e Stefano Cabrera (violoncello) da vita a nuovi arrangiamenti per pezzi già conosciuti ed ampiamente amati dal pubblico di Fabi, ed è così che “Milioni di giorni” diventa un brano dal sapore introspettivo, “Offeso” un pezzo da cantare insieme a Fabi quasi in un sussurro, le note di “Oriente” intonate del flauto traverso si fondo con la scenografia della fortezza e ci trasportano tutti su un piano temporale diverso che interseca passato e presente, antico e moderno.
Un attimo di pausa, due chiacchiere con il pubblico e si riparte da “Negozio di Antiquariato” e “Giovanni sulla Terra“, singolo inserito all’interno dell’album “Il padrone della festa” frutto del recente lavoro del trio Fabi, Silvestri e Gazzè, dove la carica del cantante trascina un pubblico in estasi che, sulle note di “Una buona idea” suonata solo voce e tastiera, si commuove e ascolta quasi in religioso silenzio per poi farsi nuovamente travolgere dal ritmo di “Vento d’estate“.
La forza di Niccolò Fabi è come sempre la capacità di entrarti sottopelle scatenando reazioni che vanno al di là del semplicistico impatto emozionale che troppo spesso la musica commerciale usa come leva per vendere di più, l’effetto che produce la musica di quest’artista è più un movimento delle placche tettoniche dello spirito, e, alla fine del concerto, quando tutti ci rendiamo conto che chiedere un nuovo brano sarebbe inutile e spalle al palco mi avvio verso l’uscita mi chiedo se quando Max Gazzè scrisse: “Una musica può fare. Salvarti sull’orlo del precipizio”, in fondo non si riferisse alla sensazione inebriante e un po’ alcolica che questa serata mi ha lasciato addosso.
Questa la scaletta del concerto:
Milioni di giorni / Oriente / Offeso / Una buona idea – PIANO / Negozio di Antiquariato / Ecco / Giovanni sulla Terra / L’amore non esiste / Solo un uomo / La promessa / Costruire / Vento d’estate / Lasciarsi un giorno a Roma / Lontano da me / Fuori o dentro / Linderbergh – cover Ivano Fossati
Galleria Fotografica a cura di Marco Donghia