È difficile in questi ultimi tempi assistere ad un concerto di un giovane che non sia uscito da qualche talent. Zibba è uno di questi, ed è noto al grande pubblico dal Sanremo Giovani del 2014, dove ha partecipato vincendo il premio della critica “Mia Martini” e della sala stampa “Lucio Dalla” con il brano “Senza di te”
In “attività” dal 1998 con il gruppo Zibba e gli Almalibre, ha alle sue spalle numerose collaborazioni con grandi nomi, da Tonino Carotone (che nel 2006 canta e fa conoscere il gruppo al pubblico con la canzone “Margherita“) ad Emma Marrone, passando per Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Patty Pravo, Federico Zampaglione, Roy Paci ed altri tra cui una collaborazione nell’ultimo album Niccolò Fabi.
L’unico incontro con un talent (nella veste di autore) è stato in occasione di X-Factor 2013, dove con Tiziano Ferro ha firmato il pezzo vincente “La Vita e la Felicità” cantato da Michele Bravi.
Prima del riconoscimento sanremese aveva già vinto alcuni premi della critica partecipando al Premio Tenco ed aveva avuto altre apparizioni televisive (Parla con Me della Dandini) e la partecipazione al l’importante concerto del primo maggio in Piazza San Giovanni a Roma.
Lo scorso 3 febbraio lo abbiamo incontrato al Quirinetta di Roma, in occasione del suo “Farsi Male Tour”, voluto per promuovere il suo ultimo album “Muoviti Svelto“, che vede la collaborazione con altri grandi nomi come Niccolò Fabi, Omar Pedrini (ex front man dei Timoria), Bunna (Africa Unite) e Patrick Benifei (Casino Royale) cambiando quindi vari generi.
Una voce dolcemente roca, che a me ha ricordato a volte Pierangelo Bertoli (anche se con temi più intimi e meno “sociali”), a volte Paolo Conte e nei brani più movimentati anche Buscaglione.
Solo sul palco, in un concerto che mi piace definire “un’orchestra” perché avendo la presenza di campionatori e chitarre elettriche non era proprio battezzabile come “unplugged”, oltre a gran parte delle canzoni del nuovo album “Muoviti Svelto“, ha presentato altri suoi successi, alcuni prestati ad altri artisti come “Il mio essere buono” registrato in un disco di Cristiano De Andrè.
Accompagnato dalle sue chitarre, ha tenuto il pubblico per quasi un paio d’ore tra canzoni e aneddoti, facendolo anche scatenare in un ballo verso la fine e dimostrandosi ottimo musicista, autore e arrangiatore.
Prima di salutare ha duettato con la cantautrice Erica Mou in un pezzo di quest’ultima “Se mi lasciassi sola” e in uno splendido arrangiamento in versione lenta voci e chitarre di “Vamos a Bailar”, il successo lanciato qualche anno fa dalle sorelle Iezzi (Paola e Chiara).
Al termine del concerto siamo riusciti a scambiare con lui due chiacchiere, ed ecco cosa ne è venuto fuori.
Sei di Varazze, ti senti parte della “scuola genovese” o hai altre fonti di ispirazioni?
“Mi ispiro a tutto ciò che mi provoca un qualche sussulto. La scuola genovese credo sia stata una delle più importanti, di certo ha creato uno stile. Quello stile come molti è alla base di chi fa cantautorato, anche se per molti versi sento più vicina musicalmente la scuola Romana”.
Cosa ti ha spinto a fare musica? Perché scegliere un nome d’arte invece di farlo col proprio nome? Ha qualche significato (magari dialettale) Zibba?
“Non mi piaceva l’idea di alzarmi presto per fare un lavoro qualunque. Ho preferito lavorare per avere la libertà necessaria, di spirito nonché pratica, per sostenere questa vita, quella che amo, e poter crescere un figlio raccontando di un modo sereno e ugualmente efficace di stare qui dove stiamo. Il mio nome di battesimo non mi è mai piaciuto, ma non avrei voluto chiamarmi diversamente. Avrei voluto non avere nome. Poi un compagno di banco un giorno mi ha chiamato Zibba. E me lo sono tenuto”.
Tante collaborazioni, tanta fatica poi finalmente il riconoscimento anche di pubblico a Sanremo. Serve sempre un trampolino di lancio? Secondo te i Talent lo sono, o come dicono in molti danneggiano la musica?
”I trampolini servono. Sanremo è stata una bella esperienza, piacevolmente arrivata in un momento in cui avevo già qualche pelo grigio tra la barba. I talent? Un forte talento si esprime comunque e comunque lascia il segno”.
Cosa consigliare a chi vuole intraprendere questa carriera… solo pazienza? Saper adattarsi a compromessi, o rimanere sulla propria strada a rischio di non avere quel trampolino?
”Mi ripeto. Davanti a un talento la strada si spiana e le cose arrivano. Se avete qualcosa da dire provate a dirlo. Magari a qualcuno piace”.
Due parole per descrivere il tuo nuovo lavoro e cosa vorresti arrivasse al pubblico.
“Sono molto fortunato. Ho un pubblico speciale che mi segue e ama da tanto tempo. È un disco malinconico, nato così e decisamente impresso nel profondo. Ci tengo molto e questo tour appena trascorso mi ha detto che forse anche il pubblico lo ha sentito come me”.
Setlist del concerto:
Farsi male / Senza di te/ Sulla paura e sula caso / Le distanze / Margherita / Il mio essere buono / Quella parte che è una parte di te / Almeno il tempo / Una telefonata inaspettata / Sognatori / Anche se oggi piove / Vestiti / Il giorno dei santi / Sono le cinque del mattino / La medicina e il dolore / Senza pensare all’estate / Che ore sono? / Notte Nancy / In fondo non volevamo altro che questo / Muoviti svelto
Bis: Farsi Male
Galleria fotografica a cura di Giampaolo Vasselli