Lo confesso, quando l’amico Franco Angelozzi, in arte Frank Hammond, mi invitò alla manifestazione, sapevo già in cuor mio che avrei preso il venerdì sera come serata di riferimento. Gli impegni personali, il periodo non felice per i tanti impegni di famiglia e la partenza di mia figlia, mi avevano fatto decidere così. Non potevo mancare all’appuntamento con il grande “vecchio” del panorama r&b italiano
Sto parlando del grandissimo Claudio di Nicola che da un quarantennio interpreta in modo mirabile i classici dell’R&B con l’anima e la passione che lo ha sempre contraddistinto.
E così eccomi in viaggio nel pomeriggio di una torrida giornata di agosto (e sì mi piace il tono da racconto giallo) diretto ad Atri, dove il festival si svolgerà, ed arrivare non proprio prestissimo a causa di una distanza da me mal calcolata, ma giusto in tempo però per assaggiare una eccellente frittella con peperoni e uova che prendo dal piccolo stand gastronomico che si trova proprio nella piazzetta dove è sistemato il palco.
Il clima che regna è familiare, accogliente e come piace a me senza lacci e lacciuoli dovuti a “security” varie.
Ok, i nomi non sono altisonanti, ma senti che lo spirito che anima questa manifestazione è quello spontaneo di gente che ha messo tanto olio di gomito e passione per offrire quello che stasera ci verrà proposto.
Sono in cartellone il gruppo New Body & Soul e Linda Valori con la Maurizio Pugno Blues Band.
Linda ha conosciuto fasti ed onori e se non ricordo male ebbe anche un gratificante presenza al festival di Sanremo 2004 dove si classificò terza.
Si inizia alle 21:45, il caldo si sente tutto, e tocca alla New Body & Soul aprire la serata, e lo fanno in modo prorompente attaccando alla grande con un pezzo di Otis Redding “Hard To Handle”. Alla voce troviamo Rocco Ferri, il pupillo di Claudio di Nicola. Una voce potente la sua in cui ritrovi tutti gli insegnamenti che il giovanotto ha saputo trarre dal suo amico e mentore.
A seguire una bella esecuzione di “Take Me To The River“, rifatta alla maniera dei Commitments, ma qui confesso che ho sentito parecchio la mancanza delle vocalist fino ad arrivare ad uno dei pezzi che so benissimo quanto sia caro all’amico Claudio di Nicola (e qui si capisce la fiducia riposta nel suo successore) “These Arms Of Mine”.
Curioso sentire il nostro Rocco Ferri rifarsi non tanto alla struggente voce di Otis Redding, quanto a quella del suo mentore appunto. Apprezzabile il chitarrista laddove affronta con grazie e cognizione di causa i piccoli riff di chitarra nello stile di Steve Cropper, così come i bei fraseggi all’organo hammond eseguiti da Franco Angelozzi.
Se ne sono andati una quarantina di minuti quando tocca a Claudio di Nicola che arriva sulle note di “Down In The Valley” che i fiati scodellano con veemenza e passione. Eccolo il vecchio leone che indugia sul palco, con una camminata incerta e sofferta (ma sono sicuro che in cuor suo sa perfettamente che sta facendo ne più ne meno come uno dei suoi idoli che si faceva accompagnare al microfono nello stesso modo: sto parlando di Solomon Burke). E così quando lo vedi iniziare a cantare stando seduto, non ti meravigli, perché lo associ al grande “King of soul” che si esibiva nello stesso modo!
“When A Man Loves A Woman“ è il primo brano che ci fa tornare indietro nel tempo… Interpretazione intensa e struggente dove ritroviamo, scusate la mia ripetizione, la perfetta conoscenza di Claudio per ciò che concerne Solomon Burke, e così eccolo che lo senti anche lui che ripete, intercalandolo tra la musica “easy… easy…”.
Che altro dire? È con tenerezza che ascolti poi i duetti che fa con Rocco Ferri quando intonano nell’ordine: “When Something Is Wrong With My Baby“, “Hold On, I’m Comin’” e per finire “Soul Man”. Una lode per la sezione dei fiati e quella ritmica.
Grazie vecchio leone, sei sempre nel mio cuore da quando tanti anni fa, precisamente nel 1990 ad uno dei primi festival del Porretta soul, in uno stadio comunale scarsamente illuminato si sentì squillare la tua voce potente e sicura che introduceva il primo verso di “I’ve Been Loving You Too Long”, che fece salire un brivido nella schiena a tutti presenti. Altri tempi…
Si cambia palco e si dispone la nuova strumentazione e alle 23 sale Linda Valori, voce potente, sicura e che colpisce subito per la sua estensione vocale. Un blues il suo, assolutamente personale, non pedissequo, in cui trovi contaminazioni di ogni genere, ma sempre però saldamente ancorate alla tradizione. Batteria assolutamente impeccabile ed estrema sicurezza del bassista a cui va il mio plauso, unitamente al tastierista. Alla chitarra Maurizio Pugno che sfoggia due ottime Fender Telecaster e che ci regala assoli assolutamente mai scontati. Mi allontano dalla piazza soddisfatto e felice pensando al viaggio di ritorno, giusto il tempo di girarmi per ascoltare un’ulteriore impennata della voce di Linda che si invola tranquillamente alzando di un’ottava con assoluta sicurezza.
Ripeto, non faccio l’esperto musicale, ma solo l’appassionato che se va in giro ad ascoltare musica che gli piace e su cui poi ama condividere le proprie sensazioni.
Ciao Claudio, ciao Franco…alla prossima.
Galleria fotografica a cura di Tonino Novelli