La band bolognese, con questa vittoria si “riappacifica” con il palco dell’Ariston, che in passato non sempre è stato benevolo con loro. Si portano a casa quattro premi, ma è il conduttore e direttore artistico Carlo Conti, già confermato per la prossima edizione, a prendersi lo scettro del vero trionfatore
È stato il loro Festival: oltre alla vittoria finale nelal categoria Campioni, hanno vinto il premio Bigazzi per la migliore musica, quello della sala stampa radio e tv, quello per la miglior cover. Un brano semplice il loro, senza molte pretese, che forse nessuno dava per vincitore. Invece, questo testo d’amore di un padre per la propria figlia su una musica lenta e delicata, con un coro come ritornello, ha fatto breccia. Gli Stadio hanno fatto una grande carriera, sono una band storica della nostra musica, questa vittoria, era quello che ci mancava in oltre trent’anni di carriera, tanti dischi e tante belle storie raccontate in musica.
Ribaltando ogni pronostico, con “Un giorno mi dirai” si classificano primi, lasciando dietro di loro Francesca Michielin con il brano “Nessun grado di separazione” e la coppia formata da Deborah Iurato e Giovanni Caccamo che ha duettato in “Via da qui“.
Inoltre gli Stadio hanno ufficializzato che non parteciperanno all’Eurovision Song Contest, come spetta a loro di diritto per dopo la vittoria al Festival. La motivazione ufficiale sono gli impegni per il tour già programmato e in partenza il prossimo 10 marzo. A rappresentare l’Italia nelal manifestazione che si svolgerà a Stoccolma il 14 maggio, sarà la seconda classificata Francesca Michielin.
Di poco fuori dal podio, Enrico Ruggeri, che arriva quarto con il suo brano “Il primo amore non si scorda mai” mentre arriva sesta Patty Pravo, che avrebbe potuto partecipare solo come ospite per raccontare la sua carriera lunga cinquant’anni, come hanno fatto i Pooh, ma ha invece avuto il coraggio di mettersi in gioco ancora una volta e il suo brano “Cieli Immensi“, al quale è stato tributato il Premio della Critica “Mia Martini”.
Un Festival quindi, questo qui, che al contrario di precedenti edizioni, dove spesso trionfavano giovani cantanti usciti da format televisivi dell’anno prima, ha visto invece imporsi le vecchie glorie della musica italiana a partire proprio dagli Stadio.
Tra i protagonisti che vanno citati, seppure giunti solo al dodicesimo posto nella classifica generale, sicuramente Elio e Le Storie Tese, e non poteva essere altrimenti. Persino Gene Simmons dei Kiss, si è complimentato con loro, chiedendo di poter vedere il loro video dell’esibizione.
https://twitter.com/genesimmons/status/698641101163397121
Capaci di stupire sempre, sono state loro le star sui social. Il brano “Vincere l’odio“, è un esperimento ardito, troppo ardito anche per loro, ma è la chiara conferma che Elio e Le Storie tese sono la band più innovativa e rivoluzionaria che la musica italiana abbia mai avuto. Inoltre, la frase finale, in particolare, è la contro citazione alla celeberrima “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri.
Citazione particolare per il vincitore della sezione giovani, Francesco Gabbani. Il suo brano “Amen” ha vinto la sezione “Giovani”, ma anche il premio della critica “Mia Martini” nelal sezione nuove proposte, inoltre come se non bastasse, a Fabio Ilacqua, autore del brano è stato consegnato il premio Sergio Bardotti, assegnato dalla giuria degli esperti, per il miglior testo tra tutti quelli delle canzoni in gara al Festival di Sanremo 2016. Un ritmo ed un ritornello incalzante, unito ad un testo di altissimo significato. Può diventare un tormentone, il brano “Amen“, mentre Gabbani, se sarà capace di regalarci altre canzoni come questa, sicuramente un cantautore di grande successo.
Non è andata bene a Morgan che dopo molti anni si ripresentava con i Bluvertigo, eliminato insieme a Zero Assoluto, Dear Jack e a Neffa. Valerio Scanu è risultato il più votato con il televoto, ma la media in classifica generale, lo penalizza per via della performance non altrettanto esaltante per la giuria demoscopica e per quella degli esperti. Scanu supervotato anche nella serata cover da televoto per la sua interpretazione di “Io vivrò (senza te)“, di Battisti-Mogol, mentre la cover più votata dalla Sala Stampa, nelle cinque sessioni, è stata “Don Raffae’” di Fabrizio De André portata da Clementino (45,04%), seguita da Stadio con “La Sera dei Miracoli” (44,07%) che poi ha vinto in classifica generale e da “Dedicato”, cantata da Noemi (40,95%).
Resta comunque Carlo Conti il vero vincitore di tutta la kermesse. La conferma immediata della sua conduzione anche per il prossimo anno, è la dimostrazione che il conduttore toscano ormai è una garanzia sicura, sia per la qualità espressa, che per gli ascolti. Abituiamoci all’idea che Conti arrivi a superare leggende sanremesi come Sua Maestà Mike Bongiorno e il “Pippo Nazionale”. All’orizzonte non si vedono altri in grado di competere alla sua capacità di portare il Festival di Sanremo ad essere una vera festa di popolo. Vince la sfida anche Madalina Ghenea. La supermodella ed attrice rumena, ha vinto le resistenze dei soliti scettici. Le vedette straniere sono sempre viste con occhio poco benevolo, specialmente a Sanremo. Madalina invece ha saputo conquistare la platea del Festival, serata dopo serata. Elegante e raffinata, mai volgare, capace di esprimersi nell’italica lingua in maniere quasi impeccabile, senza scivoloni o gaffe. Per non parlare poi della grande rivelazione di questo Festival: Virginia Raffaele. La sua simpatia e la sua esuberanza hanno stravinto. Né una valletta, né una co-conduttrice, nè un’ospite comica fissa. Diciamo un perfetto mix di tutte queste cose, a dimostrazione che si possa coniugare bellezza e intelligenza, comicità e sensualità, fascino, eleganza ed ironia.
Permetteteci poi l’amarcord per quanto riguarda la presenza, fortemente voluta tramite una petizione sui social network, di Cristina D’Avena come superospite nella serata finale. Vederla scendere le scale sul palco dell’Ariston, come ospite d’onore della serata finale, accompagnata da due valletti, come si confà con una grande star, è stato il sogno di una vita. Lei è la voce dei nostri cartoni animati preferiti, tanti di noi sono legati ai ricordi delle sigle dal lei interpretate. E per una sera, vedere il pubblico dell’Ariston, notoriamente occupato da vecchie carampane e parrucconi che non si sciolgono in emozioni quasi mai, cantare ed applaudire ogni nota cantata Cristina D’Avena, tornando per un po’ tutti bambini, non ha prezzo. Qualcuno dei nostalgici più puristi, tende comunque a preferirle I Cavalieri del Re, ma senza nulla togliere a loro e alle loro pur bellissime sigle, “Occhi di Gatto” non si batte, è parte della nostra vita. La performance più bella di questo Festival è stata la sua.
Questa la classifica finale del Festival di Sanremo 2016:
1. Stadio
2. Francesca Michielin
3. Giovanni Caccamo e Deborah Iurato
4. Enrico Ruggeri
5. Lorenzo Fragola
6. Patty Pravo
7. Clementino
8. Noemi
9. Rocco Hunt
10. Arisa
11. Annalisa
12. Elio e le storie tese
13. Valerio Scanu
14. Alessio Bernabei
15. Dolcenera
16. Irene Fornaciari
Ripescata dall’eliminazione a cinque, con il solo televoto, Irene Fornaciari.
Eliminati Zero Assoluto, Dear Jack, Neffa, Bluvertigo e Morgan.
Vincitore della categoria Campioni – Stadio
Premio della critica “Mia Martini” categoria Campioni – Patty Pravo
Premio della critica “Mia Martini” categoria Nuove proposte – Francesco Gabbani
Premio Sala Stampa Radio – TV – Web Campioni – “Un giorno mi dirai” – Stadio
Premio “Sergio Bardotti” miglior testo – “Amen” – Francesco Gabbani
Premio “Giancarlo Bigazzi” miglior musica – “Un giorno mi dirai” – Stadio
Premio cover di Sanremo 2016 con la canzone di Lucio Dalla “La Sera Dei Miracoli” – Stadio
Questo è quanto decretato dal Festival, ma sarà il pubblico, nei prossimi mesi a decretare i propri vincitori in base alle vendite su CD e digital store.
Foto – Credit: Rai.tv