Lo aveva promesso ai suoi fan, e quando il Liga promette, mantiene sempre la parola data: “dopo lo stop torno, e sarà tutto nuovo”. In effetti le novità non sono mancate in un concerto tra presente e passato, dove suoni, immagini e racconti si sono fusi perfettamente nel narrare una storia, quella sua, ma anche quella di Riko, nella quale ognuno di noi può trovare la “sua storia”
Tornato in splendida forma dopo l’intervento alle corde vocali che lo ha costretto a sospendere il tour, il rocker di Correggio non poteva deludere le aspettative. Aveva promesso qualcosa di nuovo e così è stato. Luciano Ligabue ha fatto di necessità virtù, e durante il lungo stop non è rimasto con le mani in mano, ma ha portato avanti quel progetto a lungo desiderato di un suo terzo film, che prende il nome dal disco “Made in Italy” e attraverso il quale si racconta la stessa storia del concept album, la storia di Riko, che nel film ha il volto di Stefano Accorsi, un habitué nei film di Ligabue, visto che era stato già protagonista in Radiofreccia nel 1998. Così il tour, oltre che promozionale del suo album, è anche uno spot del suo nuovo lungometraggio, in uscita nelle sale nel febbraio del 2018, che avrà tra i protagonisti oltre ad Accorsi, anche Kasia Smutniak, Filippo Dini, Gianluca Gobbi e lo stesso Luciano Ligabue, presente in un cameo del film.
Così Riko, entra prepotentemente sulla scena, attraverso alcune immagini in anteprima del film, proiettate sul palco. Riko alter ego di Ligabue, figura centrale di questo progetto “Made In Italy”, ex operaio vittima della crisi, è un personaggio nel quale ognuno di noi può rivedere se stesso, attraverso le sue paure, i suoi sogni, le angosce, le speranze e le delusioni, che sono sue ma anche di un’intera generazione.
La sua personalità e la sua vicenda umana escono fuori nelle canzoni dell’album, ma anche dalle “lettere” scritte al suo amico Carnevale, inserite nel libretto contenuto nel CD che le raccontano in maniera più esaustiva rispetto a quanto lo si può fare osservando le regole stringenti di una canzone.
“Cosa ci faccio qui? La mia parte” è la frase proferita da Kasia Smutniak nella clip del nuovo film di Ligabue che dal maxischermo posto dietro al palco apre il concerto di Roma. Poi spazio alla musica. Tanta musica, e pochissime parole. Liga, contrariamente al solito, parla poco con il suo pubblico. Prudentemente, aggiungeremo noi, di modo da non strafare con la voce, più del dovuto. “Ciao a tutti e prima di tutto… scusate il ritardo” si limita a dire al pubblico che ha gremito il PalaLottomatica, ad inizio concerto.
La scaletta del concerto si apre con i tre primi brani della tracklist di “Made in Italy”: “La Vita Facile”, “Mi Chiamano Tutti Riko” ed “È Venerdì, non mi rompete i coglioni”. Poi un improvviso salto indietro nel tempo, con “Ho Messo Via”, brano tra i più amati dal pubblico di Ligabue, che malgrado la distanza temporale con i brani del recente album, riesce a creare, nell’impronta introspettiva un’ideale proseguo del racconto narrato nelle prime tre canzoni.
Cambia poi decisamente strada il pezzo seguente proposto in scaletta “L’Odore del Sesso” (da “Miss Mondo”, 1999), quindi “Happy hour”, unico brano in scaletta dall’album “Nomi e Cognomi” del 2005. Quindi si ritorna a “Made in Italy” ed al presente con: “Ho fatto in tempo ad avere un futuro” e “G come giungla” brano al quale fa seguito una lunghissima carrellata di successi storici da “Quella che non sei” a “I ragazzi sono in giro“, e da “Sogni di Rock’n’Roll” a “Piccola stella senza cielo“. In questa carrellata viene inserita “A Modo Tuo”, brano dedicato alla sua figlia più piccola Linda, che è stato interpretato con successo anche da Elisa e a sorpresa “Eri bellissima“, non prevista inizialmente in scaletta. Ovviamente c’è anche il brano che da il titolo a tutto (disco, tour, film) “Made In Italy”.
Il rush finale, viene affidato alle sue ballad più celebri: “Marlon Brando è sempre lui“, “Non è tempo per noi“, “Lambrusco & pop corn“, “Balliamo sul mondo” e “Tra palco e realtà“. Il rientro sul palco, tra le grida di giubilo dei fan scatenati per l’inevitabile saluto è affidato a “Urlando contro il cielo” e “Certe Notti“, com’era prevedibile sin dall’inizio. Qualche delusione per l’assenza di pietre miliari della sua discografia come “Libera nos a malo“, “Bambolina e Barracuda“, “Figlio di un cane” o “Vivo, morto o X“, praticamente presenti in ogni concerto e da sempre tra le più attese dal pubblico.
Piace molto invece la proposta in chiave acustica verso la fine concerto che riporta alla mente, le versioni dei suoi brani nel vecchio tour nei teatri, che sperimentò nel 2011 (il “Quasi Acustico – Tour Teatri 2011“)
Ligabue ha voluto prendersela con calma, senza strafare, consapevole che la sua voce è ancora in rodaggio e che il peso degli anni si fa sentire anche per uno come lui. La sensazione è di aver davanti un nuovo Ligabue , più riflessivo e introverso, che sembra volersi staccare di molto dall’immagine di rocker “duro e puro”, quasi selvaggio, che ci ha regalato in questi anni, strizzando un po’ l’occhio a quella vecchia scuola cantautorale italiana, alla quale deve comunque tanto, visto che proprio da quella scuola sono provenuti Pierangelo Bertoli e Francesco Guccini, due personaggi fondamentali nella sua vita e nella sua carriera musicale.
Dopo il Liga acerbo e rabbioso dei primi anni e quello più pragmatico degli anni del grande successo seguito a “Buon Compleanno Elvis“, per lui è iniziata una terza fase, e quale strada prenderà è ancora difficile capirlo.
Questa la scaletta del Made In Italy Tour 2017:
La vita facile / Mi chiamano tutti Riko / È venerdì, non mi rompete i coglioni / Ho messo via / L’odore del sesso / Happy hour / Ho fatto in tempo ad avere un futuro / G come giungla / Quella che non sei / I ragazzi sono in giro / Sogni di Rock n’ Roll / A modo tuo / Eri bellissima / Piccola stella senza cielo / Questa è la mia vita / Made in Italy / Un’altra realtà / Marlon Brando è sempre lui.
Acoustic set: Non è tempo per noi / Lambrusco & pop corn / Balliamo sul mondo / Tra palco e realtà.
Encore: Certe notti / Urlando contro il cielo.
1 commento
Aspettarti tutti questi mesi ne è valsa veramente la pena. Immenso Liga.