Groove City e Daria Biancardi, & His Rocket 88’s, Jump N’ Boogie e JBess. Questi i nomi che hanno aperto la prima serata, intitolata “We’re Dancing Tonight”, della trentunesima edizione del Porretta Soul Festival
Allora: dove eravamo rimasti? Già, perché incontrarsi con gli “amici della musica” dopo un anno, mi dà questa sensazione. Quella bella sensazione di una relazione che continua ad andare avanti attraverso l’abbondante quarto di secolo con lo stesso entusiasmo di sempre.
Porretta ci abbraccia sin dal mattino con un bella giornata di sole.
Groove City una bella realtà nostrana. Una band consolidata e matura con sound sicuro e potente.
Ho apprezzato moltissimo i bei ricami eseguiti da Fabio Ziveri all’Hammond, segno che le loro ultime collaborazioni con personaggi di spessore li hanno fatti crescere molto.
Fin da subito iniziano con Daria Biancardi, che stupisce tutto il pubblico proponendo pezzi non banali. L’affiatamento con la band è notevole, come lo è la sua estensione vocale, la performer dimostra poi una maturità di relazione con il pubblico che sa ben coinvolgere con gentilezza e mestiere.
Giudizio quindi estremamente positivo.
A seguire ecco Mitch Woods: un animale da palcoscenico che incanta con virtuosismi e capacità musicali, regalandoci un siparietto di “vecchio show” arricchito da gradevoli coreografie di giovani ballerini che si alternano nella boogie-dance.
Musicista straordinario con un background musicale infinito che lo ha visto collaboratore di grandi nomi del panorama musicale statunitense.
Cambio palco… e di li a poco: sorpresa! Sette elementi di nero vestiti, eleganti e di bella presenza e poi ancora le due vocalist questa volta di bianco vestite. Loro sono The JBees.
Noto subito l’assenza dei leggii nella sezione dei fiati, come pure dei jack delle chitarre: estrema pulizia sul palco che regala una sensazione e di libertà e di movimento.
Il sound è corposo, potente, sicuro. Per me che sono un purista dell’r&b inizia la sorpresa. Sono combattuto tra le mie convinzioni musicali e la voglia di ballare, ma mi accorgo che a questo ci ha già pensato il pubblico, letteralmente estasiato.
La band è scintillante, il volume è alle stelle, come si conviene alla tipologia di musica che viene eseguita. Tutte le perle della disco music che ancora oggi si dimostrano all’altezza, facendo partecipare alla kermesse un pubblico che normalmente a quest’ora dimostra un calo di interesse. Vedo infatti il mio amico Leonardo che balla strafelice.
Non è la mia musica, ma non posso non riconoscere la positiva valenza musicale ai JBees, che ci hanno riportato indietro nel tempo (vedi la trasmissione TV americana Soul Train).
Un’ora e mezza di classici senza interruzione eseguiti con notevole capacità musicale e di coinvolgimento.
Ringrazio l’amico Lucone, rev. Skala con i quali ho redatto questo articolo.
Galleria fotografica a cura di Mariano Trissati