A fine concerto, lo scorso 6 settembre, la bellissima e bravissima Simona Bencini, voce storica dei Dirotta Su Cuba, ci ha gentilmente concesso, qualche minuto del suo tempo, per parlare con noi del loro ritorno sulle scene e sui progetti in corso per questa nuova fase della band storica dell’acid jazz in Italia
Simona, il vostro ritorno era molto atteso. La gente vi attendeva da tempo ed ha accolto la vostra reunion con entusiasmo. Perché tutto questo tempo lontani dalle scene?
“Avevamo bisogno di una pausa. Capita a tutti di arrivare ad un momento in cui senti il bisogno di fermarti, per ritrovare un proprio equilibrio, il proprio tempo. Poi sai, ognuno ha i propri tempi per decidere di rimettersi in pista. Noi abbiamo dovuto aspettare i tempi di tutti. Quando era pronto a tornare uno di noi, un altro non era ancora pronto, e così via… fino a quando tutti noi abbiamo deciso che era giunto il momento di tornare sul palco, tornare a fare musica, a riproporre cose nuove con la grinta e l’entusiasmo di sempre”.
Un entusiasmo necessario per ripartire al meglio.
“Quello che serve per tornare a fare acid jazz nel migliore dei modi!”
Anche perché la scena dell’acid jazz in Italia era rimasta orfana dei Dirotta Su Cuba. Dopo il vostro ritiro dalle scene, si è creato un vuoto.
“Ma noi siamo gli unici in Italia a fare questo genere. L’acid jazz non aveva e non ha, oltre i Dirotta Su Cuba esponenti di spicco. Si sono ora create le condizione necessarie anche per fare qualcosa di nuovo oltre che riproporre i nostri successi di sempre!”
Infatti abbiamo sentito di sfuggita parlare di un disco nuovo durante il concerto. È presto per dire che tornerete in sala d’incisione per un nuovo album?
“Noi stiamo già facendo dei pezzi nuovi, stiamo registrando già da un po’ i nuovi brani. Il disco sta venendo fuori, con la calma necessaria. Vogliamo fare le cose fatte bene, ci stiamo prendendo il tempo necessario per portare alla luce un prodotto di qualità”.
Quindi, dare una data prevista per l’uscita, non se ne parla? Neanche orientativamente: che so, magari i primi del prossimo anno, la prossima primavera per esempio?
“No, meglio di no… (sorride Simona), dare una data non ci pensiamo prevista non ci pensiamo proprio. Perchè poi sai come vanno a finire queste cose? Che tu dai una data e poi per un motivo o per l’altro non è mai quella, e devi sempre rimandare… no, no! Meglio non dirlo adesso… aspettiamo il momento giusto”.