Il primo gennaio del 1997 moriva Ivan Graziani, uno dei personaggi più originali e sottovalutati della musica italiana. Chitarrista di grande spessore e autore di canzoni popolarissime come “Lugano addio“, “I lupi“, “Pigro“, “Monna Lisa“, “Agnese …dolce Agnese“, “Dr. Jekyll & Mr. Hyde“, “Il chitarrista“, “Firenze“, Graziani è stato un artista poliedrico e creativo, capace di esprimersi anche come disegnatore e incisore
Virtuoso della chitarra e della parola, Ivan Graziani, attraverso i suoi grandi e iconici occhiali dalla montatura rossa, riusciva a osservare la realtà con una nitidezza pari all’ironia.
“La chitarra va amata come forme, se non ami questo lascia perdere. È come una donna, già il nome è al femminile. La chitarra non è il mandolino, il basso, il clavicembalo, il pianoforte, il trombone: è la chitarra. E poi, guarda caso, ha un buco in mezzo. La chitarra ti prende perché è avvolgente, è calda e poi è comoda. Te la porti al mare, in montagna, in macchina: prova a rimorchiare al mare con un pianoforte, portatelo sulla spiaggia. Voglio vedere come cazzo fai”. (Ivan Graziani. Il chitarrista di Mario Bonanno)
Cantautore e rocker d’avanguardia, Ivan Graziani, è considerato ancora oggi tra gli artisti meno allineati del nostro panorama musicale. Grande virtuoso della chitarra, autore di testi irriverenti e ironici in cui ha “disegnato” in note la provincia italiana. Nella sua produzione musicale ha sempre tenuto fede ai suoi ideali, senza omologarsi alle tendenze della musica italiana anni ‘60 e ‘70, e senza entrare nelle fila dei cantautori “politici” ispirati al folk di Dylan, o in quella degli importatori del rock’n’roll alla Elvis Presley o degli imitatori dei Beatles. Questo perché Graziani aveva da raccontare qualcosa di suo, e la grande padronanza della chitarra gli ha permesso di farlo in un modo musicalmente nuovo, inventandosi un linguaggio a metà tra il rock e la canzone d’autore, mai sentito prima in Italia. Una scelta agli antipodi della discografia di moda, che l’ha reso unico, e che, per rovescio della medaglia l’ha allontanato dal successo facile, quello della popolarità patinata, delle vendite facili e della riconoscibilità.
Ivan Graziani, dopo la sua morte avvenuta a Novafeltria il 1 gennaio del 1997, venne sepolto assieme ad una delle sue chitarre (una Gibson che chiamava “mamma chitarra”) e il suo gilet di pelle cui aveva applicato un gancio affinché potesse sorreggere la chitarra. Le nuove generazioni gli devono molto, la vedova e il figlio sono impegnati a tenere vivo il ricordo di un artista che non ha avuto i riconoscimenti che meritava.
Nel 2017 sarà ricordato ed omaggiato con varie iniziative. Tra le prime, il 27 gennaio si terrà al Teatro Comunale di Teramo una speciale edizione del “Pigro” (da una delle sue più celebrate canzoni), l’evento che ogni anno raduna migliaia di appassionati in una serata-tributo con la partecipazione di colleghi famosi di Ivan, ospitati sul palco dai figli, Tommy e Filippo Graziani.
Sempre venerdì 27 gennaio, la Sony Music pubblicherà il triplo cofanetto, dal titolo “Rock e ballate per quattro stagioni” (qui è possibile acquistarlo), che raccoglierà in due CD i successi di Ivan e in un terzo, da collezione, alcuni duetti, le collaborazioni, e il materiale originale pubblicato postumo. Un progetto discografico a cui ha collaborato anche la signora Anna Bischi Graziani, che in questi venti anni si è prodigata molto per ricordare l’arte del marito.
Tommy Graziani e Gigi Bischi continueranno per tutto il 2017 il tour della cover band ufficiale, “Pigro in Tour”, composta con alcuni musicisti che hanno accompagnato in tour e in studio lo stesso Ivan.
Tutte le date e le iniziative per i “20 anni senza Ivan” saranno pubblicate sul sito ufficiale (www.ivangraziani.it).
https://youtu.be/B-yANIwspYE