I Mary in June dopo cinque anni di preparazione spiccano il loro “Tuffo“, disco post rock-punk dalle sfumature folk, in un’esecuzione da podio grazie anche alla collaborazione con Giorgio Canali
Sali quella scaletta di ferro.. sali. Fatti coraggio, non guardare in basso, in fondo è come quando “ci arrampichiamo sui tralicci per veder meglio i tramonti“.
Viene da pensare che siano proprio queste le parole di incitamento che si sono detti questi quattro ragazzi romani durante la loro salita durata cinque anni. Dal primo scalino del 2011, con l’EP “Ferirsi” hanno voluto assicurarsi che il loro esordio in full lenght avesse il giusto impatto; hanno continuato a salire fino ad arrivare su di un trampolino dannatamente alto, per spiccare il loro “Tuffo“.
Scalino dopo scalino, anno dopo anno, hanno aggiunto tanto alle atmosfere del loro primo EP, gettando nel cestino decine di idee, fino a trovare il loro personale equilibrio tra post rock, post punk, hardcore e folk.
E per eseguire un tuffo che possa ricevere il massimo del punteggio, ci vuole un preparatore all’altezza, ed ecco spiegata la collaborazione con Giorgio Canali, un nome è legato a un importante pezzo della storia musicale italiana degli anni ’80 e ’90 con i CCCP e i CSI (per poi confluire nei PGR), che li ha aiutati a rendere tutto più diretto, coerente, smussando le asperità e trovando il giusto spazio alle dilatazioni post rock degli inizi.
Arrivati sul trampolino ci si accorge che l’altezza è vertiginosa. Vai, salta “Come se fosse la prima volta” e regalati “la possibilità di avere troppa paura” ed ecco la prima traccia “Sogni per l’analista” e giù dal trampolino con il singolo “Combustibile” e poi con “Fango“.
“Sembrava che il cielo trattenesse il fiato” urla Alessandro Morini, mentre è ancora a mezz’aria del brano “Nuova fine“, e sembra quasi tornare alla memoria la liberazione di “Precipito” dello stesso Canali.
Finalmente l’impatto in acqua. Pulito, diretto, e in quel momento si realizza l’equilibrio cercato tra le atmosfere post rock e i synth degli esordi con arpeggi e sferzate di chitarra elettrica post punk e hardcore fino a mostrare un’anima folk in “Perfetto” o “Un giorno come tanti“.
Con “Tuffo” i Mary in June ci narrano di un viaggio verso l’ignoto, dei sentimenti e della paura generazionale di non avere un orizzonte, ma solo l’illusione di quando ci si trova “davanti ai fuochi artificiali“, grazie ad una scrittura dei testi originale, sincera e diretta, i Mary in June si guadagnano un posto tutto loro in mezzo a produzioni simili (Vasco Brondi, F.A.S.K., Fine Before you Came ecc.).
I giudici alzano le palette: votazione da podio.
La paura del salto è ormai lontana, “Non è stato facile per niente“, ma stavolta i fuochi artificiali li hanno accesi loro.
Mary in June – Line up
Voce e chitarra: Alessandro Morini
Basso: Vincenzo Grieco
Synth: Aron Carlocchia
Batteria: Marco Compagnucci
Guest Voice: Giorgio Canali in “Un giorno come tanti” e “Nuova fine”
Guest synth: Matteo Portelli in “Perfetto” e “Un giorno come tanti”
L’album “Tuffo” è distribuito su etichetta indipendente V4V-Records, ed è disponibile in vendita dal 18 aprile in formato digitale anche su Amazon (qui) e iTunes (qui).
Vi lasciamo con il video del primo singolo “Combustibile” estratto dall’album “Tuffo” dei Mary in June.