Un luogo comune testato negli anni tramanda che i tentativi di alleanza tra artisti già affermati sono destinati a fare un buco nell’acqua. Non è il caso di Mike Zito e Albert Castiglia, i due chitarristi e cantautori che hanno deciso di unire le forze: insieme in tour già nel 2022, i “Blood Brothers” si trovano ora appaiati su album, in via ufficiale. La fattura di alto artigianato integra i leader e le rispettive band e, per restare nelle frasi fatte (anche se di senso contrario), restituisce ben più della somma dei due fattori

Entrambi i protagonisti, attivi in pubblico almeno dall’avvio del millennio, hanno appeso alla parete del tinello la meritata dose di riconoscimenti. Castiglia, il cui ultimo centro è stato con “I Got Love”, è fresco vincitore del trofeo posto in palio dalla Blues Foundation come “Blues Rock Artist”. Zito si è fatto notare per il doppio “Blues for the Southside” (inciso dal vivo a St. Louis, la città dove è emerso come musicista) e per “Rock ‘n’ Roll”, un sapiente tributo a Chuck Berry, il suo più celebre concittadino in musica.

Il partenariato è rinsaldato anche da trame familiari: Michelle Castiglia lavora da ufficio stampa per la Gulf Coast Records che pubblica i dischi del marito Albert, il quale risiede in Florida e ha ascendenze cubane e italiane. L’etichetta è di proprietà di Mike e Laura Zito, che la gestiscono da Nederland, Texas, appena oltre il confine della Louisiana, dove si sono trasferiti dal Missouri.

Elementi di J.J. Cale, Derek & the Dominos, Bob Seger e altri numi tutelari dell’altro ieri, un boogie suburbano redatto dal nerboruto Tinsley Ellis (“Tooth And Nail”), una soul ballad post-Robert Cray, composta da Fred James per un CD di Johnny Jones (“A Fool Never Learns”) e un lungo strumentale di cauta sperimentazione (“Hill Country Jam”) segnano il perimetro di un giardino rigoglioso e ben curato, solo apparentemente spontaneo. La sorpresa migliore è “(My Baby Don’t Like) My Business”, meno di tre minuti di assatanato stomp blues da stadio. Sarà la prossima “Seven Nation Army”?

La produzione è curata da Josh Smith e Joe Bonamassa, due personaggi che i puristi hanno sempre fatto fatica a digerire, ma che in questo caso sono un esempio di coerenza e senso della misura; tra gli obblighi di Bonamassa c’è pure uno squisito assolo claptoniano, nella psicosomatica “A Thousand Heartaches”. I fratelli di sangue e la nidiata di amici ci ricordano che il blues-rock, un ibrido che ha stimolato le fantasie di generazioni di chitarristi fai-da-te alle feste della birra, non è ancora arrivato ai titoli di coda.

L’album “Blood Brothers” di Mike Zito e Albert Castiglia è disponibile in versione digitale, e CD su Amazon (qui), in streaming su Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui) e Apple Music (qui).

Sull'autore

Edoardo Fassio è un’autorità assoluta nel territorio del blues e del canto popolare afroamericano. Scrive di blues, folk e jazz per il quotidiano “La Stampa” e per “TorinoSette”; suoi articoli, recensioni e interviste sono apparsi sulle riviste italiane “Musica Jazz”, “Il Blues” e su un numero imprecisato di pubblicazioni europee e nordamericane. Con il classico pseudonimo di Catfish è autore, conduttore e animatore di trasmissioni in via continuativa dal 1984, la più duratura programmazione radio di blues in Europa. Presso gli Editori Laterza ha pubblicato “Blues”, acclamato come “indispensabile” (“World Music Magazine”), “autorevole e insolito” (“Amadeus”), “scintillante” (“Buscadero”), “la medicina giusta” (“Rumore”). Per Vololibero sono usciti “Soul City: Porretta Terme, il festival e la musica”, la storia di trent’anni del Porretta Soul Festival, vincitore del premio Keeping The Blues Alive 2017, e "Solomon Burke. Ho visto un re". Il suo ultimo libro, “È tutto finito adesso, Baby Blue”, dato alle stampe nel 2020 da 96, Rue de-La-Fontaine Edizioni, è una Soul Fiction. “Catfish Blues” va regolarmente in onda ogni giovedì, dalle 17, su Radio Banda Larga (RBL).

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