“O.O.P.Art.” è uscito a dicembre, ed è stato registrato tra Maggio e Giugno 2014 da John Davis dei Metropolis Studios di Londra.
Per “Out Of Place Artifacts” si intende indicare i reperti archeologici di difficile catalogazione.
Esattamente come gli elementi sparsi lungo il sentiero fatto da questi ragazzi di Roma Ovest dal 2005 ad oggi: il post punk degli esordi, i suoni dilatati di pianoforte e violino dell’EP “Irrelephant?” del 2011, le nove tracce di questo disco “full length” di esordio.
L’ascoltatore immediatamente rinviene tra gli “artefatti” il pop di classe di “Little Boy” efficace prima traccia nonché primo singolo estratto, dove piano e chitarra ricamano atmosfere avvolgenti e calde stile Keane ma disegnano alla stesso tempo orizzonti dilatati e infiniti.
Il secondo rinvenimento è “Fully obsessed with coffee” brano in stile college rock con tastiere che strizzano l’occhio ai Devo (di “Girl U want”) che assieme a “Dorotea” rivela gli esordi post punk della band.
Gli Out Of Place Artifacts ci fanno viaggiare nel loro sound pieno di sfumature non classificabili a cavallo tra pop, indie e alternative; partendo da “Vetiver“, una ballata epica folk/pop dove il violino la fa da protagonista, passando per “Ballantines 12” con la quale conquisteranno chi ama i REM, e ancora con l’allegra “Frog 1” fino ad approdare nel pop sognante di “Red“.
Gli “artefatti” costituiti da queste nove tracce sono da considerarsi mattoni di un nuovo “manufatto” musicale variegato, intrigante e, forse in un futuro, “classificabile”.
L’album “O.O.P.Art.” degli Out Of Place Artifacts è in vendita su CD e in digital download su Amazon (qui) e iTunes (qui).