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Home » Blog » “Sandcastle”, la nuova sfida dei Mardi Gras tra musica e immagini
Mardi Gras - Sandcastle
RECENSIONI

“Sandcastle”, la nuova sfida dei Mardi Gras tra musica e immagini

Daniele CrescenziDi Daniele Crescenzi6 Dicembre 2024Nessun commento

L’ultimo lavoro dei Mardi Gras, band romana dal respiro internazionale tenta nuove strade ma lo fa con audacia ed intelligenza, è una vera e propria opera d’impatto. “Sandcastle” è un concept album che include una storia raccontata in musica ma anche in immagini, un graphic musical che saprà catturare l’attenzione dei fan storici della band ma anche di ampliare la platea degli estimatori di questa band decisamente fuori dal comune nel panorama musicale italiano

I Mardi Gras hanno deciso di rinnovarsi, e lo hanno fatto alla loro maniera, ovvero lasciando stupiti ancora una volta chi li segue da tempo. “Sandcastle” il loro ultimo album è un prodotto del tutto inedito nella sua complessa struttura.
Partiamo dall’aspetto prettamente musicale, nel quale si avverte un cambiamento nella proposta musicale: vengono accantonate le sonorità ruvide del bluegrass, gli echi del profondo sud degli Stati Uniti che ha contraddistinto il lavoro musicale fatto fin qui dai Mardi Gras, per spostare l’attenzione su sonorità più europee, morbide, eteree, dolci. Uno stile che richiama molto quel rock nordico di origine prettamente scandinava, portato alla ribalta internazionale da gruppi come The Cardigans, Roxette, Kings of Convenience o altri acclamati artisti mondiali come Björk, Sigur Ròs ed Emiliana Torrini o El Perro De Mar dietro i quali è sbocciata una variegata scena musicale. I Mardi Gras che si possono ascoltare in questo album sembrano proprio inserirsi in questo particolare contesto musicale, benché italianissimi, ma con anima nomade e con lo sguardo rivolto spesso ad oltreoceano o al minimo oltremanica, laddove hanno ricavato le fonti di ispirazione per la loro scelta artistica.

Qualcosa di ulteriormente innovativo per una band già molto innovativa di per sé, oltre che audace. Chi conosce i Mardi Gras da tempo sa che il coraggio non è mai mancato alla band romana. Attivi da vent’anni nel panorama musicale italiano, molto amati e conosciuti anche al di fuori dei confini nazionali, hanno intrapreso strade sempre molto tortuose per proporre la loro musica, molto lontana dal pop mainstream, nonché dall’immaginario stereotipato dei gruppi italiani. La loro musica è come un quadro di Monet, il Maestro della Luce: la si respira come si respira l’odore l’erba delle praterie americane, la si percepisce come come si percepisce il vento; ogni ascolto è un viaggio che ti cattura e ti trasporta nei campi di segale immaginati dal giovane Holden di Salinger, o nelle piantagioni di cotone lungo della Great River Road, lungo le rive del Mississippi, laddove gli schiavi un tempo, per fortuna molto lontano, esprimevano la rabbia e la disperazione per la loro misera condizione in malinconici canti che avrebbero dato seme per generare la musica soul e blues.

“Sandcastle” è una nuova sfida per i Mardi Gras, che hanno iniziato come duo folk, fortemente ispirati dalla musica celtica e tradizionale irlandese, per poi traghettarsi sul country – folk americano in formazione a quattro, affinandosi sempre di più ed ampliando la formazione a sei elementi. Dopo l’ultimo avvicendamento che ha visto la sostituzione della voce solista da Claudia Loddo alla cantante di origine estone Liina Rätsep, veniamo ai giorni nostri e quindi a questo ultimo lavoro uscito per l’etichetta Underground Symphony. Otto tracce compongono “Sandcastle” e già dalla prima di queste “The Dance of Sand” si evince che la musica è cambiata nel vero senso del termine: l’orchestrazione totalmente rinnovata, con una base d’archi scritta da Alessandro Matilli, pianista e tastierista della band a fare da tappeto sonoro molto evidente, con un crescendo finale davvero interessante. Ma è con “Cinematica”, la seconda traccia, che sembra di ascoltare qualcosa di lontanissimo dal mondo dei Mardi Gras conosciuto finora; abbiamo qualcosa di molto simile al symphonic metal e al gothic metal, con la voce di Liina che si fa eterea in maniera costante, contrapposta ad un riff duro di chitarra, basso e batteria. I richiami a band come Lacuna Coil, Evanescence, Theatre Des Vampires o Within Temptation sono fin troppo evidenti. Con la terza traccia “Lia’s Theme” della quale è stato rilasciato anche il videoclip, si rientra nei canoni classici dei Mardi Gras, quelli di “From Zero to One”, “Tried”, “I Say Yes”, tanto per intenderci.

Tra i brani più interessanti figurano sicuramente “After The Fire”, “Cross the Line” e “Stop The Presses”, brani di respiro pop rock con una forte connotazione orchestrale e la penultima traccia  “Wake Up”, dove fanno capolino anche alcuni elementi di musica elettronica.
“Sandcastle” è un album variegato, ricco di contaminazioni stilistiche, ma è soprattutto una storia, sia musicata che visiva. Si perché in realtà oltre il disco c’è molto di più, c’è una vera e propria graphic novel Filippo Novelli (fondatore del blog Detti e Fumetti) su sceneggiatura originale di Sante Sabbatini, Francesco Braida e dello stesso Novelli, con testi di Dario Santarsiero (redattore di Detti e Fumetti per la sezione “Teatro e Letteratura”) e di Fabrizio Fontanelli, uno degli autori dei testi e delle musiche dell’album.
“Sandcastle”, la danza della sabbia narra le vicende di due fratelli italoamericani, Cecilia e Nicholas Amato, nella Jersey City negli anni ’80 del secolo scorso. Una storia di riscatto di un adolescente vittima di situazioni molto tristi e difficili, tra il bullismo che subisce a scuola, le molestie e il rapporto fortissimo con la sorella che rimane vittima di un incidente. Una storia raccontata a doppio filo, sia dal graphic musical che nei testi delle otto tracce che compongono il disco. Un lavoro molto complesso, ambizioso, che cammina nel solco tracciato di altre fortunate opere che hanno stravolto la storia del rock, unendo la forza della musica a quella delle immagini per raccontare la stessa storia (due esempi su tutti: “Tommy” dei The Who e “The Wall” dei Pink Floyd, e scusate se è poco). Basterebbe solo questo per augurare a “Sandcastle” tanto successo; solo per l’intrepidezza dimostrata nel proporre qualcosa di simile da parte dei Mardi Gras. Ma “Sandcastle” merita di essere apprezzato soprattutto perché un disco di qualità, di quelle che di questi tempi non è facile trovare.

L’album “Sandcastle” dei Mardi Gras è disponibile dal 9 novembre in streaming su Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui) e Apple Music (qui).

Alessandro Matilli Apple Music Carlo Di Tore Tosti Detti e Fumetti Fabrizio Del Marchesato Fabrizio Fontanelli Graphic Novel Liina Rätsep Mardi Gras Recensione Sandcastle Valerio Giovanardi
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Daniele Crescenzi
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Ideatore e creatore del progetto Roma Suona Bene. Giornalista pubblicista iscritto dal 2005. Appassionato di Musica e Fotografia. Scrive su Roma Suona Bene, Zeta Emme - Zona Musica e Agenzia Eventi

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