Il sound dell’America più profonda protagonista a Villa Ada, in occasione del concerto di Lucinda Williams, cantautrice statunitense che per la prima volta, nella sua già lunga carriera, iniziata nel 1979 con l’album “Ramblin’ on My Mind“, è sbarcata in Italia. Prima di lei sul palco i californiani Buick 6 e la blues band laziale dei Dead Shrimp
La Williams è molto apprezzata dalla critica nel suo Paese: ha all’attivo ben quattordici album, due dei quali, “Passionate Kisses” e “Car Wheels on a Gravel Road” premiati ai Grammy Awards, mentre nel 2002 è stata nominata miglior cantautrice d’America (“America’s best songwriter”) dal periodico TIME.
È arrivata a Roma per presentare il suo ultimo lavoro discografico “The Ghosts of Highway 20“.
Accompagnata durante il concerto da elementi che hanno prima fatto da spalla al suo live e poi hanno suonato con lei, tutti bravissimi e tra i quali va segnalato l’ex chitarrista del gruppo americano The Wallflowers (gruppo fondato dal figlio di Bob Dylan, Jakob), Stuart Mathis; Lucinda Williams ha dato vita ad uno spettacolo sobrio e raffinato, che sono stati molto intensi, forse anche di più di quelli eseguiti nella scaletta ufficiale, e tra i quali spiccano due straordinarie cover di Neil Young (“Rockin’ in the Free World“) e dei The Clash (il classicone rock “Should I Stay Or Should I Go“).
Lucinda Williams é una delle cantautrici americane più apprezzate e carismatiche ancora in attività, ma il suo genere, più country che rock, raramente incontra molti favori lontano dalla Route 66, dalle luci di Broadway o dalla Pacific Coast Highway.
Lucinda, ha saputo portare un pezzo di quella sua America profonda, misteriosa, piatta, indecifrabile, controversa; di quel gretto sud tradizionalista, troppo diverso da quello che si vede nei film di Hollywood o lungo le strade patinate della “Grande Mela”. Quell’America che in questi giorni che ci raccontano fatti di cronaca nera, un po’ ci spaventa, ci disorienta, senza però lasciarci indifferenti al suo richiamo. Perché anche nelle sue profonde contraddizioni, l’America sa come affascinarci.
Dicevamo di Stuart Mathis, già chitarrista dei The Wallflowers; Mathis insieme al batterista Butch Norton e al bassista David Sutton ha dato vita a questo power trio veramente d’eccellenza i Buick 6, protagonisti della serata, prima come gruppo di spalla, poi di accompagnamento a Lucinda Willams. Bravissimi, veri professionisti, virtuosi ognuno del proprio strumento.
A esibirsi anche i Dead Shrimp, questi ultimi a dispetto del nome italianissimi, hanno saputo tener testa a chi ha condiviso il palco con loro in una memorabile serata di grande musica e di grandi emozioni.
Di seguito riportiamo la scaletta concerto di Lucinda Williams a Villa Ada:
Can Let Go / Protection / Bleeding Fingers / Drunken Angels / West Memphis / The Ghosts of Highway 20 / Lake Charles / Dust / Change The Locks / Atonement / Righteously / Essence / Unsuffer Me / Come On / Foolishness / Joy / Hard Time Killing Floor Blues / Honey Bee
ENCORE: Get Right! / You Gotta Movie / Hard Time Killin’ / Honey Bee / Rockin’ in the Free World / Should I Stay Or Should I Go / Out Of Touch / Doors Of Heaven
Galleria fotografica a cura di Stefano Panaro