Dopo una lunga battaglia legale (al momento ancora in corso) sui diritti musicali del catalogo della casa editrice musicale Acqua Azzurra, il commissario nominato dal Tribunale di Milano ha annunciato “l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web” dei dodici dischi a firma Lucio Battisti – Mogol prodotti dal 1969 al 1980

Uno degli ultimi tabù pare finalmente esser caduto: Lucio Battisti sarà fruibile anche su tutte le piattaforme di streaming musicale. Questo è quanto ha deciso il liquidatore della società Edizioni Musicali Acqua Azzurra che custodisce i diritti dei dodici album storici Battisti – Mogol prodotti dal 1969 al 1980. È assai probabile l’opposizione degli eredi del cantante, moglie e figlio, che hanno la maggioranza di Acqua Azzurra e da sempre impongono la diffusione del repertorio solo attraverso i vecchi supporti fisici.

Secondo la ricostruzione fornita sul Corriere della Sera (qui), nei giorni scorsi, Gaetano Presti, il commissario nominato dal Tribunale di Milano, ha formalmente comunicato alla SIAE l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web. Vuol dire che cinquanta anni dopo il primo disco (uscito il 5 marzo 1969, ndr), a breve tutte le più grandi canzoni della coppia Battisti – Mogol saranno disponibili sulle piattaforme di streaming musicale come Spotify, Apple Music, Tidal, Deezer o Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui). Piattaforme dove oggi si realizza una buona parte dei ricavi del mercato discografico e dove i maggiori fruitori dei contenuti sono le nuove generazioni. Un mondo dove Lucio Battisti è totalmente assente, salvo qualche cover o base musicale o brano “non ufficiale” su YouTube.

L’estensione all’incasso dei diritti sul web degli album di Lucio Battisti può essere definita una vera e propria decisione storica, non tenendo conto del “Best of” illecitamente pubblicato lo scorso settembre su Spotify e successivamente rimosso dopo poche ore. Una decisione che arriva dopo anni di diatribe e cause legali fra gli attuali detentori dei diritti musicali, nonché soci della casa editrice musicale Acqua Azzurra: la Universal, Mogol e gli eredi, la vedova Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca. Questi ultimi due si sono sempre opposti alla diffusione della musica di Battisti se non tramite supporto fisico, seguendo, a quanto pare, le ultime volontà di Lucio.

La cultura popolare e la musica sono nel cuore della cultura del nostro paese e le canzoni che Lucio ha scritto con me in tanti anni meritano di essere ascoltate”, affermò Mogol sulle pagine de La Repubblica (qui) all’epoca dell’apparizione “a sorpresa” su Spotify.

Ma perché Lucio Battisti piace ancora così tanto ed è ancora così ricercato? Oltre al fatto di essere stato uno dei più grandi artisti italiani di musica leggera degli ultimi tempi, il suo lavoro ha ispirato e continua ad ispirare una marea di nuovi cantautori, anche se quando uscì alla fine degli anni anni ’60, la critica del tempo lo fece letteralmente a pezzi. Erano gli anni del bel canto, del gorgheggio e della nota tenuta perfettamente, mentre a differenza di tutti, Lucio Battisti amava la musica nera, il blues (celebre l’interpretazione assieme a Wilson Pickett di “Un’avventura” al Festival di Sanremo nel 1969, vinto in quell’edizione da Bobby Solo ed Iva Zanicchi con il brano “Zingara“), e il suo timbro vocale era del tutto diverso da quelli che andavano per la maggiore a quei tempi. Lucio Battisti è stato anche una figura schiva e riservata: durante la sua intera carriera è apparso sporadicamente in pubblico e si è prestato alla stampa con sempre minor frequenza fino a quando decise di ritirarsi completamente dalla scena, non apparendo più neanche nelle copertine dei suoi album.

Adesso, a più di venti anni dalla sua scomparsa, Lucio Battisti è un musicista e compositore amato e celebrato da tutti. Ascoltarlo è un vero e proprio corso intensivo su come scrivere una canzone e arrangiarla come fosse un’opera d’arte musicale.

Lucio Battisti resta in assoluto un personaggio da riscoprire e, se da una parte è vero che il vinile sia il custode dell’anima di un disco, dall’altra ci si può ugualmente perdere nei suoi brani anche con gli auricolari abbinati o attaccati ad un device, magari fra le note di “I giardini di marzo” o “La collina dei ciliegi” o di una delle tante e meravigliose canzoni dell’artista di Poggio Bustone, che hanno raccontato e continuano a raccontare uno spaccato della vita quotidiana del nostro Paese. Brani che suscitano ricordi ed emozioni al solo ascolto.

Grazie Lucio!!!

Sull'autore

Ideatore e creatore del progetto Zeta Emme - Zona Musica. Appassionato di Fotografia, Musica e Sport (Pallavolo). Scrivo su Zeta Emme - Zona Musica e BarEden. Le mie foto sono visibili anche su Flickr e 500px

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