A tre anni dal suo esordio con “More Lovely and More Temperate”, che gli era valso una candidatura nella cinquina finale del Premio Tenco come Miglior Opera Prima, Johann Sebastian Punk, all’anagrafe Massimiliano Raffa, torna sulle scene musicali con il suo secondo disco “Phoney Music Entertainment”
Chi ha avuto la possibilità di accostarsi al disco d’esordio di Johann Sebastian Punk con molta probabilità è rimasto affascinato dalla sua caleidoscopica versatilità musicale venata di un barocco-glam-punk, immaginando che fosse un nuovo “geniacco” musicale nato nelle lande canterburiane, complice anche l’utilizzo della lingua inglese per i testi.
Dietro Johann si cela invece Massimiliano Raffa, talentuoso ragazzo siciliano trapiantato a Milano, che, osservando la deriva della musica nazionale, si è volutamente aperto una finestra sul mercato anglosassone sempre attento alle nuove visioni musicali. La critica musicale italiana però si era accorta di lui tanto da inserirlo nella cinquina dei candidati per il Premio Tenco per la Migliore Opera Prima.
Diceva Caparezza “Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista” e Massimiliano “Sebastian” Raffa con il suo “Phoney Music Entertainment” ha deciso di alzare l’asticella.
La “musica fasulla” del titolo farebbe pensare che sia solo un divertissement quello di J.S.P., oppure un monito per l’ascoltatore avvezzo alla instant-music da classifica. Il titolo va invece interpretato come uno scudo con cui Massimiliano vuole riparare e tenere al sicuro ciò a cui tiene: la musica, nella sua accezione più libera, e i suoi esperimenti strumentali.
Esperimenti che lo spingono a superare i propri limiti, come voler suonare quasi tutti gli strumenti presenti nel disco: dagli imprescindibili piano, chitarra e batteria a quelli classici come clavicembalo e viola fino all’adozione di strumenti etnici come il nipponico shakuhachi, o i teutonici zither e glockenspiel.
Quello che si ascolta non è solo barocco/Bach-rock/punk, come suggerirebbe il nome d’arte, ma anche prog, jazz, samba. Un intero universo musicale, un manifesto che, a partire dall’illustrazione in copertina, è una dichiarazione di indipendenza musicale dai generi, dagli stili e dalle classifiche. Un inno di rivoluzione contro l’appiattimento musicale. La produzione è più attenta rispetto agli esordi e i “coup de theatre” come gli strali “punk” si mettono al servizio di un maggior equilibrio sonoro.
Iniziando l’ascolto ci ritroviamo improvvisamente proiettati, come un funambolo sul filo del disco, nell’overture di “Mankind Blues”, brano prog-jazz, dove fiati e pianoforte si intrecciano in gradevoli vertigini sonore. “Confession” suona come una processione inscenata in strada con un carretto musicale nella quale alla voce goth del celebrante fa eco un coro cupo e sghembo.
“Tragedy”, il cui testo mette in fila i titoli contenuti in “Revolver” dei Beatles e “Aftermath” degli Stones, si candida ad essere il brano con cui il nostro Sebastian potrebbe fare involontariamente il colpaccio: arrivare al grande pubblico senza snaturarsi; complice anche il video dove vengono utilizzati dei geniali sottotitoli “fonetici”.
Un intermezzo orchestrale ci conduce al “Samba de Segunda-Feira” dove veniamo spinti con Jobim nel precipizio di un folle e “horror” ma riuscitissimo samba-free jazz.
Bach remixato dai Daft Punk nel riff di “The Quintessetial” fregiata anche da un suadente duetto di piano e flauto, mentre “Insanity Fair” è un tango dal ritornello sixties che fa la “toccata e fuga” verso l’apoteosi finale e i suoni dream di “Manifest Destiny”.
Negli anni ’70 il punk rompeva gli schemi di un certo manierismo rock, rivendicando il suo originale stato grezzo e ruvido, Johann come un punk 2.0, con coraggio vuole rompere le catene dell’immobilismo musicale e ricondurre la musica all’espressione artistica più libera, sfuggendo a qualsiasi convenzione e classificazione. Senza però prendersi troppo sul serio, così da far sentire a suo agio anche l’ascoltatore meno “colto”.
L’album “Phoney Music Entertainment” di Johann Sebastian Punk è disponibile dal 13 ottobre su CD e in digital download su Amazon (qui) e iTunes (qui).