Una serie di album eccellenti, pubblicati negli anni Duemila, documenta la fertile vena per il blues dell’interprete di “Runaround Sue”. La passione è però di più vecchia data. “The Wanderer”, racconta Dion DiMucci, “era già un blues in dodici misure, e nei miei primi tempi facevo cover dei pezzi di Willie Dixon e Jimmy Reed, causando la costernazione dei pezzi grossi della Columbia Records”
Idolo del pop americano senza tempo, Dion ha ricevuto l’affetto sincero di più generazioni di ammiratori e di colleghi musicisti. Con “Blues With Friends”, una raccolta di quattordici titoli autografi (non tutti composti ad hoc; ad esempio, “Hymn To Him”, con nientemeno che Patti Scialfa al controcanto e Bruce Springsteen alla chitarra, era già apparso nel 1987 in “Velvet And Steel”), l’ex “Teenager in Love”, ora ottantunenne, riprende a dialogare con il genere. Oltre al Boss e Signora, vi incontriamo altri nomi destinati a catturare l’occhio del pubblico: Jeff Beck, Billy Gibbons, Brian Setzer, Stevie Van Zandt, per tacere di John Hammond, Rory Block, Sonny Landreth e Samantha Fish, e di Bob Dylan, che scrive le note di copertina. È l’attivissimo Joe Bonamassa il deus ex chitarra del progetto, in uscita per il nuovo marchio Keeping The Blues Alive Records, costola della sua omonima fondazione no profit.
È celebre anche tra i non tifosi la gaffe del presidente del Catania Calcio Angelo Massimino che, quando gli facevano notare che, se non c’è amalgama, è impossibile ottenere una squadra vincente, aveva buttato lì “Ditemi dove gioca che lo compro”. Qui non c’è stato bisogno dell’investimento. Carisma, voce e scritture di Dion sono bastate per stimolare la creatività dei comprimari, tra cui citeremo almeno Van Morrison – e il plettro di Joe Louis Walker – nel magnifico “I Got Nothin’” (lo si sarebbe precipitato a incidere B.B. King, se solo avesse fatto a tempo), i fratelli newyorkesi Jimmy e Jerry Vivino in “Stumbling Blues”, un appuntamento al buio col sax in tonalità di minore, e il barbuto Gibbons in “Bam Bang Boom”, tra balere del Texas e tavole calde di downtown.
Il brano più suggestivo, la “Song for Sam Cooke”, non è un blues, ma un originale “soul del Bronx”, per usare le parole elogiative di Lou Reed, uno dei suoi migliori discepoli, quando presentò nel 1989 la cooptazione di Dion nella Rock and Roll Hall of Fame. Qui c’è proprio tutto: il duetto con Paul Simon, il ricordo di un tour condiviso con l’immenso soul singer nel 1962, il clima di vicinanza che la tensione della segregazione razziale non riesce a inquinare (“Tu cantavi per la libertà ma vivevi già libero / Lo vedevo nel tuo sorriso e nella tua dignità”). Persino quel refrain, “Here in America”, ritornato drammaticamente attuale nei giorni di Black Lives Matter.
L’album “Blues With Friends” di Dion, è disponibile in CD e Vinile su Amazon (qui), in streaming su Amazon Music Unlimited (sottoscrivendo un abbonamento qui) e Apple Music (qui).