Se in Italia, leggendo il titolo del nuovo disco in un noto gruppo italiano “La rivoluzione sta arrivando”, dalle parti di Chicago (Illinois) dove ha base questo quintetto, la rivoluzione è arrivata già dal 1999, senza però armi o frasi retoriche

Una “rivoluzione” che i Rise Against mettono in atto prestandosi attivamente in tante battaglie per i diritti civili (Amnesty International), per i diritti degli animali (Peta), per l’ambiente, ma soprattutto con lo stile di vita “straight edge”; una vita non “spericolata” vissuta lontano dal consumo di droghe, tabacco e alcol, anche attraverso l’alimentazione prettamente vegetariana.

Sul palco dell’Orion Club di Ciampino sono stati preceduti dai Raised First e fin dall’inizio si è capito il tono della serata, luci al minimo, taglienti a disegnare silhouette rabbiose e urlanti; poi Tim McIlrath, cantante e chitarrista, è salito sul palco assieme ai suoi compagni aprendo il concerto con “The Great Die-Off” dal loro ultimo lavoro discografico “The Black Market”: ehi… la rivoluzione è qui, adesso e libera gli oppressi che non possono più attendere… “We want it all and we want it now”; scatenando la platea che si anima, balla, poga, in un’onda inarrestabile. Temi sociali quindi, ed anche qualche personale introspezione con “The Good Left Undone“ l’amore cambia le persone e le vite in modo irreversibile e questo accade quando si incontra la persona giusta come “un fiore in un deserto”.

Rise Against - Orion Club 2015

Non c’è il tempo per riflessioni sentimentali, che ci si trova di nuovo catapultati nel moto rivoluzionario con “Satellite”: ragazzo alzati, cammina, lotta per il tuo mondo e non farti convincere dalla politica della guerra e della religione, seguite da: “Give It All”, “The Eco-Terrorist in Me”, “Re-Education (Through Labor)” e “Black Masks & Gasoline”.

I padri del punk rimangono li, sull’altare, intoccabili, ma i nostri col loro punk “mainstream” ricordano alle nuove generazioni che si deve lottare per difendere noi stessi e chi è più indifeso. E lo fanno con tanta più rabbia di quanto si possa ascoltare nei loro dischi incendiando letteralmente la platea. Il quintetto statunitense racconta come si sopravvive alla vita con carattere “Survive” e che questo mondo non è più per noi, ma è al collasso, ora lo sappiamo, dobbiamo cambiare rotta e per prendere la giusta via, con “I Don’t Want to Be Here Anymore” e “Collapse (Post-Amerika)”.

Ricordano i ragazzi omosessuali suicidatisi a causa del pesantissimo bullismo subito, in “Make It Stop (September’s Children)”, ma anche che il suicidio non è la risposta, in “Ready to Fall; ricordano anche chi soffre perché in fuga dal proprio paese, in “Prayer of the Refugee“, un tema mai così calzante come in questo periodo, e anche chi, ha subito sulla propria pelle e con la propria vita il fallimento degli aiuti durante l’uragano Katrina del 2005, in “Help Is on the Way”. Acclamati a più riprese da un pubblico che urla e salta, al quale regalano due bis, il primo acustico con “Swing Life Away” che dona ottimismo per il futuro, e il secondo con “Dancing for Rain” e la hit “Savior”.

Scaletta del concerto:
The Great Die-Off / The Good Left Undone / Satellite / Give It All / The Dirt Whispered / Re-Education (Through Labor) / Survive / I Don’t Want to Be Here Anymore / Collapse (Post-Amerika) / Make It Stop (September’s Children) / Prayer of the Refugee / Help Is on the Way / Black Masks & Gasoline / Ready to Fall
Encore: Hero of War(Acoustic) / Swing Life Away (Tim McIlrath Acoustic solo) / Dancing for Rain / Savior

Galleria fotografica a cura di Fabrizio Di Bitonto

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Sull'autore

Fotografo e Collaboratore di Zeta Emme - Zona Musica e Roma Suona Bene

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